Perché gli esseri umani sono arrivati
a concepire inferno, paradiso e purgatorio? Facile rispondere: perché sono
condizioni che possono verificarsi in ogni momento nella loro vita.
Però, attenzione: qui sulla terra si
tratta di stati transitori. Non c’è niente di fisso e di solido; si può passare
in un istante dall’uno all’altro. Questa è la nostra esperienza.
Dunque, ipotizzando che ci possano
essere anche nell’aldilà, nessuno può assicurarci che siano stati permanenti.
Si potrebbe passare anche lì da una condizione all’altra.
Insomma, niente finisce, né qui né,
eventualmente, al di là. Tutto si trasforma, qui e in ogni possibile mondo, qui
e in ogni possibile dimensione.
Questa è la legge della
trasformazione e del divenire, che vale dappertutto.
È molto importante sviluppare la
capacità omeostatica della mente umana. Noi non abbiamo potere sugli
avvenimenti esterni, ma lo abbiamo sul modo in cui reagiamo. E ci possiamo addestrare
ad attutire “inferni”, “purgatori” e “paradisi”, in modo da diventare padroni
di noi stessi e da non essere travolti ogni volta da oscillazioni paurose e destabilizzanti.
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