mercoledì 11 gennaio 2017

Il significato e le parole

Possiamo paragonare la meditazione alla traduzione. Mettiamo che non conosciate bene una lingua e che dobbiate tradurre una frase che sul momento non capite.
Prendete un vocabolario e iniziate a tradurre una parola per volta. Vi appaiono delle parole, ma non ancora un senso compiuto.
Avete bisogno di tradurre anche i verbi e i modi verbali. Poi gli aggettivi e gli avverbi. Ora qualcosa incomincia a farsi strada: un significato confuso.
Poi cercate di mettere insieme il tutto: finché all’improvviso salta fuori l’intero significato.
È un po’ come portare alla luce piena qualcosa che giaceva confuso nell’oscurità.
Infine avete il significato della frase. E siete soddisfatti. Ciò che era nascosto è alla luce.
Il significato era tra quelle parole sconosciute. Ma – attenzione – non è tutto lì. Dovete unire quella frase alle altre frasi del testo.
E non è finita: il significato era tra quelle parole, ma non si riduce alle parole.
Le parole, infatti, sono solo schemi mentali, indicazioni, boe, che indicano che sotto c’è qualcosa. Ma ciò che c’è sotto è molto più grande, e non si riduce alla boa di superficie.
Come si dice nello zen, il dito che indica la luna non è la luna.
Il problema ora è guardare direttamente la luna, dimenticandoci delle parole.
Nessuna verità profonda può essere espressa a parole.
In meditazione si sa che il significato ultimo dev’essere compreso al di là delle parole, nel silenzio della mente concettuale.






                                                                                                   

Nessun commento:

Posta un commento