lunedì 30 gennaio 2017

In fondo al mare: calma e visione profonda

In meditazione si usa spesso la metafora del mare, in due sensi. Nel primo caso, si dice che il rapporto tra ogni ente e il tutto è simile a quello che tra l’onda e il mare: il singolo è come l’onda, diverso sa tutti gli altri, da tutte le altre onde, ma comunque parte del mare, in cui riconfluirà alla fine.
Nel secondo caso, si paragona la superficie del mare alla nostra mente continuamente agitata dai venti, dalle ondate, dagli eventi atmosferici, ossia da ogni genere di avvenimento.
Oggi ci sentiamo bene e siamo lucidi, ma domani ci sentiremo depressi e confusi. Oggi siamo felici, ma domani ci sentiremo tristi. Oggi siamo fiduciosi, ma domani saremo sfiduciati. Oggi amiamo, ma domani odieremo. Oggi siamo calmi, ma domani saremo agitati… e così via. Questa è la superficie del mare, la superficie della mente, sempre in movimento, sempre agitata dai venti e dalle onde, ossia dalle emozioni, dai sentimenti, dai pensieri e da ogni genere di avvenimento esteriore e di stato d’animo.
Ma poi esiste il fondo del mare, dove non si sentono le perturbazioni della superficie, dove esistono la calma e la quiete.
In meditazione si invita a immergersi periodicamente sotto la superficie, in fondo al mare, per ripararsi dalle perturbazioni e per poter avere una visione profonda del tutto, del modo in cui funzioniamo noi stessi e l’universo.
Questa è esattamente la meditazione: entrare a fondo, immergersi nel fondo, e osservare da lì come funzionano le cose.
Il fondo esiste sempre e può essere raggiunto in ogni momento, soprattutto quando le cose si mettono male o a scopi di conoscenza. La pratica consiste proprio in questo. Staccarsi dagli eventi contingenti per tuffarsi nel fondo di noi stessi, da dove possiamo vedere come le coese siano comunque collegate.

Chi impara questo metodo ha in mano un segreto ed una forza dell’universo. Da una parte trova la pace, la tranquillità, mettendosi al di fuori o al di sotto del caos della superficie e dall’altra ha un potente strumento di conoscenza, un punto di vista completamente diverso.

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