Non bisogna illudersi che basti
meditare un po’ per risolvere i nostri problemi. La meditazione non è un
toccasana. E non è neppure una terapia. È un metodo di conoscenza e di
indagine – che può aiutare a lungo andare a risolvere i problemi.
Non dobbiamo neppure illuderci che
con la meditazione si possa diventare dei superuomini, al di sopra delle
meschine emozioni umane, samurai impassibili e duri. Le emozioni, le paure, le
debolezze rimangono tutte. E, se non rimanessero, diventeremmo solo degli
automi, per i quali la vita e l’umanità non avrebbero alcun valore.
Non si tratta di rifiutare certi
aspetti di noi stessi, ciò che è fragile e che non ci piace. Si tratta
piuttosto di abbracciare tutti gli aspetti di noi stessi, compresi quelli
problematici. Semmai, possiamo diventare uomini integrali, uomini interi.
Questo sì.
I saggi dicono che la meditazione non
risolve i nostri problemi; li dissolve.
Anziché combattere, accogliamo.
Anziché scegliere ciò che ci fa comodo e scartare ciò che ci fa schifo - il che
ci renderebbe uomini parziali, uomini divisi, uomini alienati -, accettiamo
tutto in un caldo abbraccio.
Anziché cercare di essere perfetti,
ci accettiamo così come siamo, senza tentare di cambiare in base a qualche
modello astratto e condizionato di ciò che dovremmo
essere.
A poco a poco, la meditazione ci
cambierà, non escludendo, ma includendo.
A quel punto non dovremo combattere contro
noi stessi, contro una parte di noi stessi, perché non ci sarà nulla contro cui
scatenare un guerra.
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