Non
basta meditare ogni tanto per ottenere grandi risultati. Dobbiamo capire che
siamo tutti marionette condizionate e che è necessario sottoporci ad
autoindagine, in modo da scoprire quale sia il nostro vero sé. Questo comporta
un cambiamento di prospettiva e di vita.
Dobbiamo
in altri termini assumere una posizione meditativa o contemplativa rispetto a
noi stessi e al mondo in cui viviamo. Vedere come veniamo diretti da forze
esterne (la società, i valori condivisi, le religioni, gli schemi e le reazioni
comuni, ecc.) che ci modellano a loro piacimento e ribellarci.
Ribellarci
significa non accettare più questo stato di cose. Una vita contemplativa
comporta assumere un diverso punto di vista – da osservatori anziché da
inconsapevoli attori. L’osservazione serve a capire la nostra condizione e a
cambiarla. Altrimenti ci muoviamo a casaccio, passando da un condizionamento
servile ad un condizionamento ribellistico – entrambi falsi.
Non
confondiamo la vita contemplativa di cui parliamo (che è sostanzialmente
critica) con quella delle religioni tradizionali. Quest’ultima è essenzialmente
chiusura (clausura), prigionia e controllo altrui. All’interno delle religioni non
si è mai liberi.
Noi
invece cerchiamo una vera liberazione.
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