martedì 29 maggio 2018

I valori della meditazione


Se volessimo esprimere i valori della meditazione, dovremmo mettere al primo posto la ricerca di autonomia e di padronanza, il che è tutto il contrario delle religioni, che puntano piuttosto sulla dipendenza e sulla sottomissione ad una presunta Autorità divina. Questo comporta trovare una “senso di scopo” nella vita, ossia essere convinti che abbiamo un obiettivo: svilupparci, diventare sempre più consapevoli.
È come se avessimo un potenziale che non si è ancora del tutto sviluppato. Per esempio, l’autonomia richiede un renderci conto dei nostri limiti, delle nostre virtù e soprattutto dei condizionamenti da cui non ci siamo ancora liberati.
Perché è chiaro che lo scopo ultimo è la liberazione.
Chiediamoci dunque fino a che punto ci siamo liberati delle pressioni sociali e abbiamo svolto il nostro compito, fino a che punto siamo autonomi e quanto invece siamo ancora dipendenti dai giudizi e dai valori altrui.
I mezzi impiegati si chiamano autoesplorazione o autoindagine, cioè in una parola solo “consapevolezza”. Ancora una volta notiamo la differenza rispetto alle religioni, in cui si viene valutati in base al nostro grado di conformità.
Non dobbiamo né sminuirci né umiliarci rispetto al potere umano e divino, ma essere fieri della nostra natura e delle nostre potenzialità.

Siamo come quel leoncino che era stato allevato da un gruppo di pecore e che si considerava e ci comportava come una di loro, finché, incontrando un altro leone, questi gli fece capire la sua vera natura. Allora smise di belare e per la prima volta si mise a ruggire, consapevole della propria forza.
Ecco, mentre scopriamo che non siamo più delle pavide pecore destinate al macello dal padrone, anche noi dobbiamo essere consapevoli della nostra vera natura, 

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