sabato 19 maggio 2018

Le batoste nella vita


Ogni tanto nella vita capita di addormentarsi. Anzi, sono più i momenti in cui dormiamo che quelli in cui siamo svegli. Allora arriva la batosta.
Probabilmente la batosta arriverebbe anche se non dormissimo, perché la vita non offre tanti periodi di tregua. Ma, sicuramente, possiamo utilizzare tale sofferenza come campanello d’allarme, come sveglia, come un mezzo per farci capire che stiamo dormendo, che ci culliamo nell’illusione che le cose andranno sempre bene, che a noi non capiteranno i colpi che vediamo abbattersi sugli altri più sventurati.
Ora tocca a noi e non possiamo più dormire.
La prima cosa dunque è svegliarsi e capire che, in questo mondo, non possiamo trovarci in un’oasi felice. Può essere un intervallo, niente di più. Ma non dobbiamo dormire. Dobbiamo utilizzare i periodi di tregua per rafforzarci, per preparare le difese, per imparare ad essere lucidi e a capire come va il mondo. Questa è la nostra unica integrità.
Dobbiamo capire che la vita va avanti con o senza la nostra collaborazione, che non si ferma mai veramente, che il cambiamento, il rinnovamento e lo sgretolamento generale e individuale non cessano mai. Siamo esseri insignificanti, come le mosche o le formiche, ma siamo dotati di consapevolezza.
Purtroppo non c’è un lieto fine e bisogna costruire una speranza, non sempre facile. Perché, come dicono alcuni versi,

“La vita è cadere e risorgere,
cadere e risorgere,
cadere e risorgere,
cadere e risorgere…
fino all’ultima caduta
nella polvere”.

Se siamo solo materia, tutto finisce qui. Ma se siamo anche spirito, se la materia è a sua volta spirito solidificato, potremo accedere ad altre dimensioni.

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