lunedì 7 maggio 2018

Il gioco complesso della vita


Se attribuiamo a Dio l’origine delle nostre azioni, finiamo in domande senza risposta. Perché è morto uno e l’altro no? Perché ci sono bambini malati e condannati ad atroci sofferenze fin dalla nascita? Perché quella malattia? Perché alcuni  sono felici ed altri no? Perché un individuo finisce tetraplegico? Perché ci sia ammala? Perché uno guarisce e l’altro muore? Perché questo, perché quello...?
Troppe domande insolubili, troppa ignoranza.
Dobbiamo ammettere che il mondo è abbandonato a se stesso e fare come se non ci fosse nessuna forza esteriore a guidarlo. Se ci fosse una legge esterna che governa il tutto, sarebbe responsabile di troppe ingiustizie e di troppe atrocità.
Se c’è una forza che governa il tutto, è semplicemente data da una meccanica interrelazione cosmica. Dovremmo dunque capire come funziona il gioco degli infiniti rapporti di causa ed effetto, un po’ come in un gigantesco tavolo da biliardo.
Ma, se ci è possibile capire e prevedere le conseguenze delle spinte e delle controspinte in un gioco con poche bocce, quando queste bocce diventano miliardi e miliardi di miliardi, nessuno è più in grado di prevedere niente. Ci vorrebbe una supermente o un supercomputer, e conoscere le condizioni di partenza. A quel punto potremmo prevedere tutte le conseguenze… fino a ciò che ci succede oggi.
Ma anche la nostra capacità di previsione dovrebbe entrare in gioco, perché essa cambierebbe molte traiettorie. E tutto si complicherebbe.
Comunque, in un ambiente limitato, e con poche bocce in gioco, la nostra capacità di conoscenza e di previsione finisce per cambiare alcune condizioni e per far prendere al nostro destino un’altra direzione. Dobbiamo però capire il gioco, prima astraendocene e poi intervenendo deliberatamente.
È quello che fanno gli intelligenti e i potenti di questa Terra. Compiono una mossa per avere determinati risultati. A volte li ottengono e altre volte no.
Il problema è che, mentre tutti credono di conoscere la legge dell’agire, comportandosi come novelli demiurghi o apprendisti stregoni, e rischiando di provocare danni irreparabili, pochi capiscono la legge del non-agire, del fare il vuoto interiore, del rafforzare se stessi, della propiziazione.

Nessun commento:

Posta un commento