Gli
esseri umani hanno l’irresistibile tendenza
a creare schemi e a pretendere
che le cose si adattino ad essi. Se due omosessuali sono contenti così, chi
siamo noi per giudicare e per dire che sbagliano, che sono anormali? Lo sosteneva
perfino il Papa, prima che si uniformasse anche lui agli schemi astratti della
teologia.
È
la natura che crea queste condizioni. E noi non possiamo pretendere di essere
migliori di essa. Crediamo di essere più intelligenti della natura o (per chi
ci crede) di Dio? È la natura-Dio che li ha voluti così, non noi.
Ma
i religiosi continuano a giudicare e
condannare, in base a una loro idea di come dovrebbero andare le cose,
di ciò che è giusto o sbagliato, di ciò che è naturale e innaturale, di ciò che
è normale o anormale.
Siamo
noi che vorremmo che le cose rientrassero negli schemi mentali che ci siamo
fatti. Dunque, è molto più probabile che questi schemi siano sbagliati, non le
persone.
Se
formulo una teoria, e poi mi accorgo che certe cose non si adattano ad essa, è
evidente che la teoria è sbagliata o troppo limitata.
Ma,
per accettare tutto ciò, è necessario avere una mentalità scientifica e
soprattutto una modestia che i sostenitori delle religioni non hanno.
Per
esempio, loro decidono che Dio sia un “Signore” esterno, distinto dal cosmo, e
che abbia istituito, oltre che la loro religione, certi principi. E giudicano
gli altri in base a questi principi, che in realtà sono il prodotto di una
mente limitata, della loro mente. Pensano
anche che Dio – un Dio perfetto - sia il creatore di tutto questo, senza tener
conto delle evidenti imperfezioni.
Eppure
basterebbe cambiare il paradigma mentale e pensare che Dio sia esattamente l’intero
cosmo che si evolve tra mille tentativi ed errori– e non un Signore che ne sta fuori
– per avere una visione molto più completa e realistica delle cose.
Già,
ma bisognerebbe avere un senso di autocritica e uno sguardo non stereotipato, bisognerebbe
aprire veramente gli occhi, e non averli ricoperti dalle fette di salame delle
ideologie.
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