lunedì 14 maggio 2018

La vita come attesa


L’attesa

“Attendiamo sempre, e la vita è passata”
 Pierre de Nolhac

Se ci fate caso siamo sempre in attesa di qualcosa: di una promozione, di un successo, di un amore, di una novità, di un’occasione, di un colpo di fortuna, di una notizia, di un esame, di una sconfitta, di una perdita, del domani, di un cambiamento, della vecchiaia, della morte, di Dio, dell’illuminazione… Noi attendiamo e, intanto, l’esistenza si consuma.
In fondo, spesso la vita è ciò che ci capita mentre attendiamo qualcosa che non si verifica mai o che non si verifica come ce l’eravamo immaginati… tra un sogno e l’altro, tra un ricordo e l’altro, tra una speranza e l’altra.

“ Se si costruisse la casa della felicità, la stanza più grande sarebbe la sala d’attesa”
Jules Renard

Come tutte le cose di questo mondo, l’attesa è ambigua: è imparentata da una parte con il desiderio e con la gioia e dall’altra parte con la noia e con l’ansia. Tutto dipende da chi o da che cosa si attende e da quanto tempo si attende. Infatti, se il tempo dell’attesa è troppo lungo, forse non ne vale nemmeno la pena. Ecco perché qualcuno, come Ugo Ojetti, invitava a darsi una mossa scrivendo il seguente consiglio: “Non aspettare che il vento gonfi la vela della tua fortuna. Soffiaci dentro te”.
       C’è dunque una vera e propria arte di aspettare, un’arte che si avvicina a quella della pazienza. Rabelais diceva che “tutto viene a taglio per chi sa aspettare.” E, in effetti, aspettare qualcosa è già qualcosa di positivo, perché se non altro alimenta la speranza. L’importante è non fare dell’attesa il fine della nostra esistenza. Sosteneva Pascal: “Noi non cerchiamo mai le cose, ma la ricerca delle cose; non viviamo mai nel presente, ma in attesa del futuro”.
In realtà, qualcuno - per esempio Cesare Pavese - faceva notare come la cosa più terribile non sia aspettare, ma non aspettarsi più niente. Quando non si attende più, non abbiamo più speranze e questo ci porta a una condizione di depressione. Ma qualcosa si può continuare ad aspettare, magari un sorso d’acqua, una giornata di sole o una fine indolore. “Sapere che non si ha più alcuna speranza non impedisce di continuare ad aspettare” sosteneva giustamente Marcel Proust.

Un po’ pessimisticamente Bram Stoker, l’autore di Dracula, scriveva: “La vita in fondo cos'è? Solo l'attesa di qualcosa d'altro. E la morte l'unica cosa che possiamo essere sicuri che viene”. Però non è nemmeno il caso farsi prendere dai pensieri neri. Ogni giorno c’è in fondo qualcosa di nuovo che può accadere, piacevole o spiacevole che sia.

“L'attesa è una freccia che vola e che resta conficcata nel bersaglio. La realizzazione dell'attesa è una freccia che oltrepassa il bersaglio”
Søren Kierkegaard



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