Come fare ad essere presenti? Si possono utilizzare gli
shock, che altrimenti resterebbero soltanto eventi negativi. Se per esempio ruzzoliamo
per le scale e ci facciamo male, ogni volta che ci troviamo a scendere una
scala, fermiamoci un attimo e pensiamo: “Sono qui, questa è una situazione di
pericolo, devo essere presente”. Oppure semplicemente: “Presenza mentale”.
Tra la vita e la morte può esserci un attimo di distrazione.
Tra la vita e la morte può esserci un attimo di distrazione.
Questo genere
di consapevolezza è diverso dalla comune coscienza meccanica. Non è un semplice
fatto mentale, non è un concetto. E non è neppure il solo ricordo del proprio
io – è il ricordo di essere.
Di solito noi
ci occupiamo e ci preoccupiamo di noi stessi, del nostro ego e del nostro
corpo. Ma essere consapevoli è un’altra cosa.
In questa
operazione di presenza mentale, i sensi sono indispensabili. Oltre alle
esperienze negative, possiamo utilizzare quelle piacevoli, come l’ascolto della
musica o la contemplazione della natura.
In simili casi
lo stato di consapevolezza che si crea è molto diverso da una comune coscienza
meccanica. Si sviluppa su un piano più alto. Qui non ci concentriamo più sul
necessario, sull’utile o sui desideri materiali. Ma sui bisogni spirituali.
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