domenica 27 aprile 2014

L'insopportabile pesantezza dell'esserci

Gli avvenimenti di questi giorni dimostrano che la Chiesa non è che una sacra rappresentazione, una rappresentazione del sacro. Uno spettacolino, un insieme di cerimonie, dove tutto è riportato in ambito desolatamente umano e niente rimanda alla trascendenza.
Il Dio che si fa uomo è in realtà l’uomo che cerca di farsi Dio, ma non ne ha le capacità, e quindi si riduce a mimare, a rappresentare il sacro come immagine: un rito, appunto, privo di autenticità e di profondità. Fra l’altro induce a credere che la trascendenza sia rappresentabile con questi poveri mezzi, gli stessi del paganesimo: statue, processioni, dipinti, ecc.
Ma chi assiste a queste cerimonie che cosa ne ricava? Ciò che ne ricava anche chi assiste a una partita di calcio?
Che cosa dovrebbe suscitare una cerimonia di santificazione? E i dipinti sacri e le musiche sacre? Tutto questo dà un’idea di religiosità o porta semplicemente al culto dell’esteriorità?
Se non si passa dall’interiorità, dove si troverà la sede del sacro?
Quello che è evidente è che la religione ricorre agli stessi mezzi che depreca: oggi, se un avvenimento non è mediatico, passa inosservato. E perciò bisogna suonare la fanfara e utilizzare tutti i mass media. È inevitabile che si perda interiorità e spiritualità.
Papa Wojtyla è stato in vita un buon attore. Ma lo è anche da morto. E ha dato l’impressione che, oggi, fare il Papa significhi soprattutto recitare una parte. Francesco sta imparando, ma non è altrettanto portato all'istrionismo.
Quello che colpisce, in questa vicenda della canonizzazione di massa, è l’inerzia, anzi la sottomissione dei mass media. Radio e televisioni hanno fatto a gara per elogiare, magnificare e cantare le lodi, senza un minimo di senso critico. Quando si tratta di politica, si mettono a confronto le varie voci. Ma quando si tratta di religione, in Italia, c’è un’unica voce, un unico pensiero, un unico conformismo. È possibile che nessuna radio e nessuna televisione abbia organizzato un programma che facesse sentire qualche voce dissonante? Eppure, Papa Wojtyla è stato un gran reazionario, un uomo di destra, che ha affondato le aperture del Concilio Vaticano. E che dire del suo amore per i dittatori sudamericani e la lotta contro la teologia della liberazione?
Per fortuna che esistono la Rete e i blog come questo – l’unico rifugio della critica e della libertà di pensiero.


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