Gli avvenimenti di questi
giorni dimostrano che la Chiesa non è che una sacra rappresentazione, una
rappresentazione del sacro. Uno spettacolino, un insieme di cerimonie, dove
tutto è riportato in ambito desolatamente umano e niente rimanda alla trascendenza.
Il Dio che si fa uomo è in
realtà l’uomo che cerca di farsi Dio, ma non ne ha le capacità, e quindi si
riduce a mimare, a rappresentare il sacro come immagine: un rito, appunto,
privo di autenticità e di profondità. Fra l’altro induce a credere che la
trascendenza sia rappresentabile con questi poveri mezzi, gli stessi del
paganesimo: statue, processioni, dipinti, ecc.
Ma chi assiste a queste
cerimonie che cosa ne ricava? Ciò che ne ricava anche chi assiste a una partita
di calcio?
Che cosa dovrebbe suscitare
una cerimonia di santificazione? E i dipinti sacri e le musiche sacre? Tutto
questo dà un’idea di religiosità o porta semplicemente al culto
dell’esteriorità?
Se non si passa
dall’interiorità, dove si troverà la sede del sacro?
Quello che è evidente è che
la religione ricorre agli stessi mezzi che depreca: oggi, se un avvenimento non
è mediatico, passa inosservato. E perciò bisogna suonare la fanfara e
utilizzare tutti i mass media. È inevitabile che si perda interiorità e
spiritualità.
Papa Wojtyla è stato in vita
un buon attore. Ma lo è anche da morto. E ha dato l’impressione che, oggi, fare
il Papa significhi soprattutto recitare una parte. Francesco sta imparando, ma non è altrettanto portato all'istrionismo.
Quello che colpisce, in
questa vicenda della canonizzazione di massa, è l’inerzia, anzi la
sottomissione dei mass media. Radio e televisioni hanno fatto a gara per
elogiare, magnificare e cantare le lodi, senza un minimo di senso critico. Quando
si tratta di politica, si mettono a confronto le varie voci. Ma quando si
tratta di religione, in Italia, c’è un’unica voce, un unico pensiero, un unico
conformismo. È possibile che nessuna radio e nessuna televisione abbia
organizzato un programma che facesse sentire qualche voce dissonante? Eppure,
Papa Wojtyla è stato un gran reazionario, un uomo di destra, che ha affondato le
aperture del Concilio Vaticano. E che dire del suo amore per i dittatori sudamericani
e la lotta contro la teologia della liberazione?
Per fortuna che esistono la
Rete e i blog come questo – l’unico rifugio della critica e della libertà di
pensiero.
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