L’idea che ci sia qualche
Divinità che amministri compensi, premi e punizioni, tenendo conto in un
fantastico registro metafisico di ogni nostra azione e intenzione, è tipica di
una mentalità infantile, ossia di religioni che risalgono ad uno stadio
primitivo dell’umanità e quindi personificano tutto.
Nessuno ci punisce o ci
premia. Ognuno è artefice di se stesso. Le punizioni ce le infliggiamo noi
stessi rimanendo ancorati alla nostra ignoranza, al nostro piccolo
egocentrismo. Se non alziamo mai lo sguardo a contemplare il cielo, ma viviamo
come talpe sottoterra, sarà colpa nostra il fatto di non scoprire niente di
bello, niente di elevato, di vivere come prigionieri.
Nessuno punisce l’ignorante,
il non consapevole. Si punisce da solo, dal momento che resta ad uno stadio
animale, dal momento che non cresce e si sviluppa, dal momento che non va
avanti, ma vive in un mondo soffocante e meschino. Il suo avvenire se lo segna
da solo.
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