All’ospedale san Martino di
Genova, un medico, obiettore di coscienza, si è rifiutato di assistere una
ragazza che aveva assunto le pillole “del giorno dopo” per interrompere la
gravidanza e che doveva sottoporsi all’ecografia per valutare l’esito dell’operazione.
A questi comportamenti giungono i medici cattolici che, con il sostegno della
Chiesa, si dichiarano “difensori della vita”. Non vogliono saperne nulla, se ne
lavano le mani. E stanno rendendo di fatto impossibile applicare in molti
ospedali la legge sull’aborto.
Lo Stato dovrebbe
intervenire.
Come dicevo, i cristiani,
fin dalle origini, sono stati i grandi nemici delle istituzioni statali. Hanno una
coscienza per obiettare, non per curare. L’errore è stato quello di introdurre l’obiezione
di coscienza. Se la una religione vietasse di curare, per esempio, chi ha una
determinata malattia, gli ebrei o le donne bionde, noi lo faremmo lavorare in
un ospedale pubblico?
Le coscienze possono essere
tante. Ma un medico giura di curare chi ne ha bisogno, non soltanto chi la pensa come lui.
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