Finalmente la Corte
Costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto di fecondazione eterologa
introdotto con la sciagurata legge 40, voluta dal governo Berlusconi, che
costringeva le coppie a costosi viaggi all’estero alla ricerca di un figlio. Da
noi non si poteva ricorrere alla fecondazione da donatore per motivi che erano esclusivamente
religiosi. Diciamo pure che questo divieto era stato voluto proprio dalla
Chiesa, che, come è noto, detta leggi ai parlamentari cattolici e ai premier
che in cambio ottengono il suo appoggio elettorale. Lo dimostrano le reazioni
infuriate di Famiglia Cristiana o dell’Accademia Pontificia della Vita che
parlano di “fecondazione selvaggia per tutti” e “di grave attacco alla
famiglia.” Evidentemente, la Chiesa cattolica è rimasta l’ultima sostenitrice
della razza pura e della legge del sangue. E non vuol riconoscere la libertà
dei singoli.
Anche i fondamentalisti
cattolici, come Eugenia Roccella o Paola Binetti, sono indignati; secondo loro “cade
il diritto di ogni nuovo nato di crescere con i genitori naturali.”
Non si capisce il perché,
dal momento che questi genitori non potevano avere figli “naturali.” Era già la
natura che aveva reso impraticabile questo diritto. Ma l’uomo non è solo
natura, non è un animale qualsiasi.
È importante sottolineare la
continua ingerenza della Chiesa cattolica nella legislazione dello Stato, con
risultati quasi sempre incostituzionali e stravolgenti. Lo stesso accade in
altri campi, come in quello del fine vita (dove si vogliono inchiodare le
persone alla volontà di medici o di preti), in quello dei matrimoni gay, in quello dei
diritti civili delle coppie non sposate, in quello dell’aborto o in quello del
divorzio breve. Dappertutto c’è l’imposizione o l’opposizione della Chiesa.
Dopo aver parlato tanto di
amore per il prossimo, ci si riduce a sostenere che il sangue conta più dell’amore
– una aberrazione che rende l’Italia un paese primitivo. O che la vita è sacra “per
principio”. Parole vuote, che non tengono conto del principio di realtà e dell’autonomia
degli individui.
La nostra legislazione
sociale, quasi tutta dettata dai cattolici, ha questa impronta dogmatica e
autoritaria, mai al passo con i tempi, mai liberale, sempre costrittiva. Si
varano leggi ispirate ad un concetto di “natura” che è del tutto ideologico. E,
quel che è peggio, la psicologia e la morale di gran parte del popolo italiano sono
ispirate dalle categorie ingessate e deviate della Chiesa cattolica. Ecco perché
siamo così arretrati rispetto a paesi non dominati da preti impiccioni.
Quando uno Stato si fa
governare da leggi religiose non c’è speranza né di uguaglianza fra cittadini
né di un autentico senso etico. La cultura cattolica, così sbandierata e
propagandata dalle nostre radio e dalle nostre televisioni (che non perdono
nemmeno una parola del Papa o dei vescovi) è in realtà all’origine della nostra
inferiorità culturale.
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