mercoledì 9 aprile 2014

Libertà di fecondazione

Finalmente la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto di fecondazione eterologa introdotto con la sciagurata legge 40, voluta dal governo Berlusconi, che costringeva le coppie a costosi viaggi all’estero alla ricerca di un figlio. Da noi non si poteva ricorrere alla fecondazione da donatore per motivi che erano esclusivamente religiosi. Diciamo pure che questo divieto era stato voluto proprio dalla Chiesa, che, come è noto, detta leggi ai parlamentari cattolici e ai premier che in cambio ottengono il suo appoggio elettorale. Lo dimostrano le reazioni infuriate di Famiglia Cristiana o dell’Accademia Pontificia della Vita che parlano di “fecondazione selvaggia per tutti” e “di grave attacco alla famiglia.” Evidentemente, la Chiesa cattolica è rimasta l’ultima sostenitrice della razza pura e della legge del sangue. E non vuol riconoscere la libertà dei singoli.
Anche i fondamentalisti cattolici, come Eugenia Roccella o Paola Binetti, sono indignati; secondo loro “cade il diritto di ogni nuovo nato di crescere con i genitori naturali.”
Non si capisce il perché, dal momento che questi genitori non potevano avere figli “naturali.” Era già la natura che aveva reso impraticabile questo diritto. Ma l’uomo non è solo natura, non è un animale qualsiasi.
È importante sottolineare la continua ingerenza della Chiesa cattolica nella legislazione dello Stato, con risultati quasi sempre incostituzionali e stravolgenti. Lo stesso accade in altri campi, come in quello del fine vita (dove si vogliono inchiodare le persone alla volontà di medici o di preti), in quello dei matrimoni gay, in quello dei diritti civili delle coppie non sposate, in quello dell’aborto o in quello del divorzio breve. Dappertutto c’è l’imposizione o l’opposizione della Chiesa.
Dopo aver parlato tanto di amore per il prossimo, ci si riduce a sostenere che il sangue conta più dell’amore – una aberrazione che rende l’Italia un paese primitivo. O che la vita è sacra “per principio”. Parole vuote, che non tengono conto del principio di realtà e dell’autonomia degli individui.
La nostra legislazione sociale, quasi tutta dettata dai cattolici, ha questa impronta dogmatica e autoritaria, mai al passo con i tempi, mai liberale, sempre costrittiva. Si varano leggi ispirate ad un concetto di “natura” che è del tutto ideologico. E, quel che è peggio, la psicologia e la morale di gran parte del popolo italiano sono ispirate dalle categorie ingessate e deviate della Chiesa cattolica. Ecco perché siamo così arretrati rispetto a paesi non dominati da preti impiccioni.

Quando uno Stato si fa governare da leggi religiose non c’è speranza né di uguaglianza fra cittadini né di un autentico senso etico. La cultura cattolica, così sbandierata e propagandata dalle nostre radio e dalle nostre televisioni (che non perdono nemmeno una parola del Papa o dei vescovi) è in realtà all’origine della nostra inferiorità culturale.

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