domenica 30 marzo 2014

L'armonia del mondo


Diceva Cicerone: “L’uomo è nato per contemplare e imitare il cosmo e, pur essendo lontano dall’essere perfetto, è pur sempre una piccola parte di ciò che è perfetto”. E Platone affermava: “Anche quel piccolo frammento che tu rappresenti, o uomo meschino, ha sempre il suo intimo rapporto col cosmo e un orientamento ad esso, anche se non sembra che tu ti accorga che ogni vita sorge per il Tutto e per la felice condizione dell’universa armonia. Non per te infatti questa vita si svolge, ma tu piuttosto vieni generato per la vita cosmica”.

       L’ultima frase andrebbe corretta, perché in questo atto di immobile e silenziosa contemplazione ci si accorge che il mondo non è semplicemente dato come un oggetto immutabile da osservare, ma è anche il prodotto del nostro atto di conoscenza. Vedere è creare, è instaurare nello stesso tempo il soggetto e l’oggetto; anzi, conoscere è già questa relazione soggetto-oggetto. Non c’è un io che contempla il mondo, ma un processo conoscitivo che pone contemporaneamente il soggetto e l’oggetto.

       Quanto più questo processo è contratto, teso e nevrotico, tanto più l’io e il mondo sono in conflitto, disarmonici e sofferenti. Quanto più questo processo è disteso, armonico e riposato, tanto più l’io e il mondo sono in sintonia e gradevoli l’uno all’altro.

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