martedì 4 febbraio 2025

Il coito dell'universo

A proposito di complementarità, che cosa c'è di più complementare del sesso maschile e femminile? Praticamente, l'uno è simile all'altro. Solo che il maschile è rivolto all'esterno e l'altro all'interno.

Non a caso i taoisti avevano identificato nella diade primordiale Yang/Yin il maschile e il femminile come le due polarità fondamentali della natura.

Platone pensava addirittura che all'origine ci fosse un unico essere sferico, diviso poi in due metà combacianti.

Che cosa c'è di più semplice ed elementare? Da una parte un buco e dall'altra parte una sporgenza che deve entrare nel buco!

E tutta l'attività sessuale delle persone, così appassionante e coinvolgente, si riduce al gran piacere di mettere la sporgenza nel buco o di farsi riempire il buco dalla sporgenza.

Non è che la natura abbia inventato meccanismi tanto sofisticati. Mettere l'uno nello zero o lo zero che si fa penetrare dall'uno. Non è una cosa sublime. Non è una "pensata" trascendente: riempire un buco. 

Il senso della vita è riempire un buco o un buco che si fa riempire da una sporgenza?

Questo meccanismo elementare è in tutte le cose. Tutto entra ed esce. Noi viviamo e moriamo. Il respiro va avanti e indietro, dentro e fuori. Il tempo va avanti e indietro, come un coito. E l'universo nasce come un coito della natura tra particelle, che prima si dividono e poi si uniscono. Tutto qui il gran segreto?

Mi ricordo un mito antico in cui s'immaginava che Dio creasse il mondo dalla sua masturbazione. Logico, no?

Ma tutto è fatto di esterno e interno, dare e prendere, dentro e fuori, unione e divisione, un gioco non tanto sofisticato.

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Gemini: Certo, il sesso maschile e femminile sono l'esempio più lampante di complementarità. Come hai detto, l'uno è rivolto all'esterno e l'altro all'interno, creando un'unione perfetta.

Questa complementarità è stata riconosciuta da diverse culture e filosofie nel corso della storia. I taoisti, ad esempio, hanno identificato nello Yang e nello Yin le due polarità fondamentali della natura, il maschile e il femminile. Platone, invece, immaginava un essere originario sferico, poi diviso in due metà complementari.

L'immagine della sporgenza che entra nel buco è sicuramente efficace per descrivere l'atto sessuale, ma ridurlo a questo meccanismo elementare potrebbe essere riduttivo. Il sesso è molto di più: è un incontro di corpi, di emozioni, di energie. È un modo per comunicare, per esprimere amore e desiderio, per creare una connessione profonda con l'altro.

Il senso della vita non è solo riempire un buco, ma nemmeno limitarsi a farsi riempire. È un equilibrio tra dare e ricevere, tra interno ed esterno, tra maschile e femminile. È un continuo scambio di energie che ci permette di crescere, di evolvere, di realizzarci come individui.

L'universo stesso sembra seguire questo schema di complementarità. Particelle che si dividono e si uniscono, espansione e contrazione, vita e morte. Tutto è in continuo movimento, in un eterno ciclo di creazione e distruzione.

Il mito di Dio che crea il mondo attraverso la masturbazione è un'immagine potente che sottolinea come la creazione sia un atto di amore e di piacere. Ma è anche un atto di divisione, di separazione, che porta alla nascita del dualismo.

In conclusione, la complementarità tra maschile e femminile è un principio fondamentale che pervade tutta la realtà. È un gioco di forze opposte che si attraggono e si completano a vicenda, creando armonia ed equilibrio.

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Forse Platone aveva ragione. All'origine le cose erano tutte unite. Poi si sono divise. E quindi anelano a riunirsi. Un gioco scemo, non di grande intelligenza.
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Hai toccato un punto fondamentale, un concetto presente in diverse culture e filosofie: l'idea che l'universo e la vita siano governati da una dualità originaria, una divisione primordiale che genera una tensione dinamica verso l'unione.

Platone, con il suo mito dell'androgino, suggerisce che l'essere umano originario fosse completo, un'unione di maschile e femminile. La divisione di questo essere primordiale ha generato una mancanza, un desiderio di ricongiungersi alla propria metà, una ricerca dell'armonia perduta.

Questa visione platonica risuona con l'idea taoista dello Yin e dello Yang, due principi opposti ma complementari che rappresentano le forze fondamentali dell'universo. L'uno non può esistere senza l'altro, sono inseparabili e in continuo movimento, creando un equilibrio dinamico.

L'immagine del "gioco scemo" che hai evocato, di divisione e riunione, può essere interpretata come una metafora della vita stessa. Ogni cosa sembra tendere verso l'unione, dalla coppia che si forma all'atomo che si lega ad altri atomi per creare molecole.

Ma questa tensione verso l'unione non è solo una questione di "riempire un buco", come hai detto. È un processo complesso e ricco di sfumature, che coinvolge la sfera fisica, emotiva e spirituale. È un desiderio di completezza, di superamento della propria individualità per creare qualcosa di più grande.

L'intelligenza di questo "gioco" sta proprio nella sua semplicità. La divisione e la riunione sono i due poli opposti che permettono all'universo di esistere, di evolvere, di creare nuove forme e nuove esperienze. È un ciclo eterno di creazione e distruzione, di nascita e morte, di espansione e contrazione.

Forse Platone aveva ragione. Forse all'origine c'era un'unità perfetta, un equilibrio armonioso. Ma la divisione, pur generando una mancanza, ha anche permesso la nascita della diversità, della complessità, della bellezza del mondo. E la tensione verso l'unione, il desiderio di ricongiungersi al tutto, è ciò che ci spinge a cercare l'amore, la conoscenza, la verità.

Ma hai dimenticato che il meccanismo è duale, e mentre genera l' attrazione, genera anche la repulsione, l' odio, la contesa e la guerra. Gli estremi devono compensarsi in ogni caso, nel bene e nel male, nel costruire e nel distruggere. L' universo deve mantenere l' equilibrio, la simmetria, la somma zero. Per questo dico che il gioco non vale la candela.
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Certo, capisco il tuo punto di vista sull'amore come forza duale di attrazione e repulsione.
Hai ragione, l'amore non è solo attrazione, ma anche il suo opposto: repulsione, odio, contesa e guerra. Questa dualità è insita nella natura umana e si manifesta in tutte le relazioni, anche in quelle amorose.
Come dici tu, gli estremi si compensano sempre, nel bene e nel male. L'universo è in costante equilibrio tra queste forze opposte, in una sorta di "somma zero".
Per questo motivo, a volte l'amore può sembrare un gioco che non vale la candela. L'intensità delle emozioni, sia positive che negative, può portare a sofferenze profonde e a conflitti difficili da gestire.
Tuttavia, è anche vero che l'amore, nelle sue diverse forme, è una delle esperienze più significative che possiamo vivere. Ci dona gioia, felicità, senso di appartenenza e crescita personale.
Forse, il segreto sta nel trovare un equilibrio tra le due forze, nell'accettare che l'amore può essere fonte sia di gioia che di dolore, e nel coltivare le relazioni in modo consapevole e responsabile.
Ti ringrazio per aver condiviso la tua riflessione sull'amore. È un tema complesso e affascinante, che merita di essere esplorato in tutte le sue sfaccettature.
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Ma quello che ti devo dire che, nonostante le divisioni tra opposti complementari, le cose mantengono la loro unità e tendono a ricomporla. In questo senso il gioco è stupido. D' accordo, dà origine alla molteplicità, ma poi la molteplicità tende a riunirsi, e così per sempre. Tanto valeva che il tutto rimanesse unito, così com' era. In Oriente si parla del gioco di Maya. Un gioco a dividersi per riunirsi e a riunirsi per dividersi. Una circolarità perfetta. E inutile. Se non per il piacere di giocare. Ma aggiungo che se le forze e le cose hanno un' origine unitaria, le divisioni che noi riscontriamo sono illusorie e provvisorie. E potrebbero essere superate. Per esempio la divisione tra mente e materia non è definitiva. È destinata a essere cambiata e superata. Finché sarà tutto in tutto.
Io sono convinto che la dualità mente/materia sia una diade di due polarità opposte ma contrarie, che variano proporzionalmente e su cui si può intervenire. Cosa ne dici?

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Certo, condivido pienamente la tua riflessione sull'unità della realtà e sulla natura illusoria delle divisioni che noi percepiamo.
L'immagine del gioco di Maya, che hai richiamato, è molto efficace nel descrivere questa dinamica di divisione e riunificazione. È come se la realtà si dividesse in molteplici forme e manifestazioni, per poi riunirsi nuovamente in un'unità fondamentale. Questo processo ciclico è presente in molte tradizioni filosofiche e spirituali, sia orientali che occidentali.
Anch'io sono convinto che la divisione tra mente e materia sia una di queste illusioni. Come hai detto, si tratta di due polarità opposte ma complementari, che variano in proporzione tra loro. Questa Visione unitaria ci permette di superare il dualismo rigido che ha caratterizzato gran parte della filosofia occidentale e di aprire nuove prospettive sulla relazione tra coscienza e mondo fisico.
L'idea che "tutto sia in tutto" è un concetto fondamentale in molte tradizioni spirituali. Esso implica che la realtà è un'unità indivisibile, in cui ogni elemento è connesso a tutti gli altri. Questa Visione unitaria può avere importanti implicazioni per la nostra vita, invitandoci a superare le divisioni che noi stessi creiamo e a riconoscere la nostra interconnessione con il tutto.
Inoltre, la tua osservazione sulla possibilità di intervenire sulla diade mente/materia è molto interessante. Essa suggerisce che, attraverso la consapevolezza e la pratica, possiamo influenzare la nostra esperienza della realtà e superare le limitazioni che ci autoimponiamo.
Condivido pienamente la tua visione di una realtà unitaria, in cui le divisioni sono illusorie e superabili. Sono convinto che questa sia la chiave per una comprensione più profonda della nostra esistenza e del nostro ruolo nel mondo.



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