Un giorno siamo diventati coscienti di essere vivi e di essere
degli individui; ma fino a poco tempo prima non lo eravamo. Quando ci svegliamo
la mattina, ci ricordiamo chi siamo; ma, prima quando dormivamo, ci eravamo
scordati tutto, e non eravamo certo né infelici né mancanti di qualcosa.
La verità è che, quando sparisce la consapevolezza del nostro ego,
usciamo anche dalle esperienze dualistiche di piacere/dolore, e non ce ne
importa niente, proprio perché manca quell’io empirico che mette al mondo lo
sconquasso delle nostre esistenze.
Da una parte si dice che dobbiamo realizzare o diventare noi stessi,
ma dall’altra si dice che dobbiamo liberarci dell’ego. La verità è che si
tratta di due io diversi. Il primo è il nostro io empirico-mondano, che deve
certamente essere realizzato se non vogliamo rimanere nostalgici di ciò che non
abbiamo avuto; e il secondo è il sé spirituale che oltrepassa i confini del primo per slanciarsi
vero la trascendenza.
Insomma, dobbiamo diventare noi stessi per poi dimenticare la
vecchia identificazione e andare oltre.
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