Tutti ci dicono che nella vita dobbiamo
lottare, combattere, tener duro, resistere e andare avanti a qualunque costo.
Sembra che l’esistenza sia una guerra - e purtroppo lo è. E c’è da chiedersi in
che razza di mondo siamo capitati e se valga la pena, per vivere, di combattere
tanto. Quale sadico Dio potrebbe aver creato un ambiente del genere? E perché
noi lo veneriamo?
Colpisce vedere persone molto malate,
magari distese in un letto, che lottano tanto per tirare avanti un’ora o un
giorno in più del loro tormento.
Tutti gli esseri viventi hanno in comune
questo destino: devono essere predatori e/o predati. Anche nelle nostre
società, la situazione non cambia, ma la guerra si sposta in altri campi: nel
denaro, nel potere, nella politica, negli affari, nello status sociale, nella
sessualità, nei rapporti di coppia, nella famiglia e così via.
Nonostante le continue sofferenze, gli
uomini sembrano amare la vita e credono che sia il prodotto di un Dio tutto
bontà, amore e compassione – un errore clamoroso, un’illusione.
Dovremmo meditare su questo stato di
cose, anziché sbattere continuamente la testa contro un muro, e renderci conto che
l’esistenza non è un dono e che la nostra ricerca del piacere e della felicità
ha l’immancabile conseguenza della sofferenza. Solo gli uomini e i popoli più
evoluti incominciano a veder chiaro e a fare meno figli. Gli altri vanno avanti
come muli senza consapevolezza.
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