L'illuminazione non è un fenomeno né strano né insolito.
L'illuminazione è sentirsi parte del tutto. E non si tratta tanto di un pensiero quanto di un'esperienza, di una sensazione, di una consapevolezza, di una intuizione. A questa scoperta si oppongono tutti gli atteggiamenti di rigidità, di discriminazione, di durezza e di separazione, in particolare quello di ritenersi un ego diviso, solitario e indipendente. Di indipendente in questo mondo non c'è niente. Ogni cosa dipende da altre cose, ogni cosa esiste perché sono esistite ed esistono altre cose. Ogni cosa è dunque interconnessa. Ma se uno di noi si rinchiude in se stesso, si contrappone agli altri e al mondo e si crede orgogliosamente un individuo a sé stante, non solo non ha un atteggiamento aperto, ma va anche incontro ad una sofferenza senza fine. In fondo questo genere di sofferenza mentale è la cartina di tornasole del nostro grado di saggezza.
Il problema è che vorremmo accettare solo un polo delle innumerevoli coppie di opposti (il piacere e non il dolore, il bene e non il male, il bello e non il brutto, la vita e non la morte, il sé e non l'altro da sé, ecc.). Non esistono né cose né esseri separati. La realtà ultima è unità, è un tutto interconnesso.
"Strappa un filo d'erba, e l'universo tremerà."
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