Gli uomini si trovano a vari livelli di evoluzione. Ci sono quelli che sono totalmente identificati con ciò che fanno e con ciò che pensano, ossia con l'esistenza terrena, e ad essi sarebbe inutile parlare di spiritualità, perché non ascolterebbero nemmeno; hanno altre cose da fare: devono pensare a far denaro, a fare figli, a diventare importanti o a conquistare tutte le donne o gli uomini possibili. Poi ci sono quelli che hanno compreso di essere soltanto fenomeni transitori e illusori, ma che pensano di non poter far nulla per cambiare la situazione. Quindi ci sono coloro che vorrebbero fare qualcosa e che si impegnano con questa o quella pratica. E naturalmente ci sono coloro che si trovano a innumerevoli livelli intermedi.
Quando si capisce che il mondo è una specie di fantasma e che la vita è una specie di sogno, ci si trova in realtà all'inizio del percorso. Questo è il punto di partenza: il senso di irrealtà, il senso di insoddisfazione, il dubbio, capire che la felicità non può consistere nell'avere il maggior numero possibile di cose.
Una volta raggiunto questo barlume di comprensione, il cammino è avviato. Potranno esserci deviazioni, soste, ritardi, ripensamenti ed errori, ma la via è segnata: non si potrà più tornare a quella grezza concezione di un mondo soltanto materiale, in cui bisogna arraffare il più possibile. Si è capito che la nostra realizzazione non avverrà mai a quel livello, ma che è necessario sviluppare una visione spirituale delle cose.
Per andare avanti su questa strada, ci vorrà forse una vita intera... o anche più vite. Però il dado è tratto.
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