lunedì 6 gennaio 2014

Il peccato: il gioco di Dio

Il concetto di peccato è legato a quello di consapevolezza, non a quello di Dio. I "peccati contro Dio" sono in realtà peccati contro un gruppo di peccati stabiliti dagli uomini in determinate epoche. I "decaloghi" non sono stabiliti da Dio, ma dall'uomo - che crea sia una propria immagine di Dio sia un proprio elenco di peccati. Un tempo si pensava che l'omosessualità, i rapporti prematrimoniali e la masturbazione fossero peccati. Ma oggi non lo si crede più. Nell'elenco dei peccati biblici, non c'è quello di non pagare le tasse. Ma chi non paga le tasse, danneggia un'intera società, anche se va a messa tutte le mattine. Questo ci deve far dubitare dell'intera impalcatura.
Forse mentire è un peccato? Ma si può mentire a fin di bene. Rubare è peccato? Ma se rubo a coloro che si sono arricchiti rubando o truffando? Non è dunque il caso di stilare elenchi fissi di peccati. Questo lo fanno i codici penali, e li chiamano "reati". Ma anche qui è tutto approssimativo, relativo e mutevole, perché cambiano le opinioni degli uomini.
Si dirà: uccidere è certamente un peccato. Però, attenzione, il più grande assassino è proprio Dio. Lui ammazza tutti. Dunque Dio è il più grande peccatore? E perché in tempo di guerra diventa lecito uccidere? Perché tante nazioni hanno la pena di morte? Perché capi di Stato, anche di paesi democratici (Stati Uniti, Israele, ecc.), ordinano impunemente di uccidere chiunque ritengono un nemico, e non si preoccupano tanto di ammazzare anche vittime innocenti? Anche Obama finirà all'inferno?
Ci si preoccupa tanto della condotta "immorale" di leader che hanno amanti, ma non degli assassinii che hanno ordinato ai loro eserciti o ai loro servizi segreti. Quanti morti ha fatto George Bush con la guerra in Iraq, dopo aver mentito spudoratamente sulle armi chimiche? Eppure nessuno lo tratta come un criminale. E non mi risulta che nessuno abbia eccepito niente sull'uccisione di Saddam o di Bin Laden. Dov'è finito "nessuno tocchi Caino"?
E non parliamo dei peccati di tanti Papi, che con le loro guerre e le loro persecuzioni hanno fatto morire certamente più persone di Hitler o di Stalin.
Allora, dov'è il concetto di un peccato "oggettivo"? Tutto è soggettivo. Il peccato sembra essere una convenzione come tutte le altre. Ed è inevitabile. Non potete non fare il male. "Quando voglio fare il bene, il male è accanto a me" (San Paolo, Lettera ai Romani 7, 21)
E veniamo alla coscienza. Eugenio Scalfari, folgorato dalle parole di Papa Francesco, sembra essersi convinto che se uno agisce in base alla propria coscienza non può commettere peccato - e Dio lo perdonerà. Povero Scalfari, a cosa si è ridotto! Perciò, se Stalin o un criminale nazista hanno ucciso migliaia di persone perché così dettava loro la coscienza, non hanno commesso nessun peccato e saranno perdonati da Dio?
Paradossalmente, più uno è sensibile e consapevole, più gli sembra di sbagliare e più si sente in colpa. Questo perché si rende conto di non essere cosciente di tante cose. Il criminale, invece, vive tranquillo e sereno. Un nazista tedesco per esempio, colpevole di aver ucciso trecento e più italiani per rappresaglia dopo un attentato, è morto recentemente a cento anni e non risulta che avesse il minimo senso di colpa: anzi si era convertito al cattolicesimo... forse perché gli avevano detto che il Dio cattolico perdona tutti.  D'altronde era convinto che Dio fosse un Hitler in grande, o che Hitler fosse Dio, non so. Ha fatto quel che gli dettava la coscienza.
Pochi sono consapevoli dei reati ambientali. Eppure, oggi le cose cambiano e si affaccia una nuova coscienza: se getto in mare plastica, petrolio o scorie chimiche o se utilizzo un'automobile particolarmente inquinante, posso provocare danni agli altri uomini, agli animali, all'ecosistema e alla Terra intera - e magari posso far venire il cancro a qualcuno. Non è un peccato da poco. Ma un peccato di cui fino a poco tempo fa nessuno era consapevole.
La verità è che noi in tanti casi non siamo sicuri se quello che facciamo sia un peccato o meno. Tutto è incerto e troviamo sempre mille giustificazioni. Pochi sono i casi in cui ci sentiamo veramente in colpa. Un capo mafioso raramente ha il senso del peccato, tant'è vero che molti, prima di uccidere qualcuno, si rivolgono per protezione a Dio o alla Madonna. Anche questi saranno perdonati? Perché non erano consapevoli? O anche Dio è una grande mafioso?
Solo i consapevoli hanno un senso di colpa. Ma anche la coscienza è condizionata. Magari ciò che riteniamo un peccato non lo è e ciò che non riteniamo un peccato lo è.
Insomma non serve a niente compilare liste di peccati. Bisogna fare i conti tutti i giorni con la propria coscienza, e anche questa ha limiti evidenti. L'incertezza regna evidente in campo etico...

... Questo per una dimensione umana, quotidiana, di gente che deve affrontare problemi impellenti. Ma, per una dimensione più profonda o più elevata, il peccato può essere non solo fare il male, ma anche fare il bene. Lo dicono chiaramente non i testi biblici, ma le Upanishad o il taoismo. Qui Scalfari dovrebbe allargare un po' l'orizzonte.
Bene e male, infatti, sono una coppia indissolubile, l'uno il complemento dell'altro. Se c'è l'uno, state sicuri che c'è anche l'altro. Ed è stupido pensare che un Dio li abbia creati per vedere che cosa avremmo scelto. Un piccolo gioco sadico, che vorrebbe continuamente metterci alla prova... solo per punirci o per premiarci - insomma un gioco da biscazziere, dove alla fine vince sempre il banco.
Anche perché non c'è scelta: devi scegliere il bene. E, allora, devi scegliere in base a un gioco truccato. Se ci fossero tre, quattro o dieci alternative, potremmo scegliere. Ma così no.
E se uno non volesse giocare a questo gioco scemo? E se uno sapesse contare le carte, verrebbe espulso dal Casinò? Allora, qui non si vuole che uno vinca, qui si vuole che uno perda comunque. Ah, il nostro Dio ci imbroglia!
Il domatore che ammaestra l'elefante e che gli dà uno zuccherino se fa bene (cioè se obbedisce agli ordini) o una bastonata se fa male (cioè se disobbedisce), non è un tipo simpatico... non è uno che ti dà una vera scelta. È solo un prepotente, uno che la fa da padrone. Così appare l'odioso Dio della tradizione giudaico-cristiano-islamica. Che cosa può fare l'elefante se non chinare il capo e diventare un automa? Ma lui avrebbe preferito non essere costretto a fare questo gioco scemo; lui avrebbe preferito andarsene libero per la foresta, là dove nessuno lo avrebbe costretto a scegliere tra lo zuccherino e la bastonata.
Ma se il male è il prezzo che paghiamo per essere un po' liberi all'interno di una scelta che ci viene imposta, allora il male è prezioso, allora è superiore addirittura al bene - e il bene è soltanto una museruola. Se il male è ciò in base al quale si manifesta il bene, allora il peccato è una condizione necessaria, addirittura benedetta. Felix culpa! Tutto a gloria di Dio, anche il male.

"Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: 'Rabbi, chi ha peccato lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?' Rispose Gesù: 'Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio'" (Vangelo di Giovanni 9, 1-2).
Avete capito bene? È Dio che ha creato il male per manifestare la propria potenza! Ragazzi, guardatemi! Io sì che sono grande! E ora acceco qualcuno, così se ne accorgono tutti...

D'altronde, san Paolo che "tutti hanno peccato, e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia" (Lettera ai Romani 3, 23-24).
Avete capito il gioco di Dio? Fa tutti peccatori in modo da poterli graziare... Grazie tante!

... No, sarebbe molto "meglio" cambiare il gioco, cioè cambiare coscienza. E questo è un compito difficilissimo, il prossimo passo evolutivo - o l'effetto dell'illuminazione che vi fa uscire dai giochetti del grande Illusionista.
Nel frattempo, rifiutatevi di fare il male... rifiutatevi di fare il bene. Fate lo sciopero etico. Dite al vostro Dio che ne avete abbastanza di zuccherini e di bastonate. E che voi aspirate alla vera libertà, non alla "libertà condizionata", alla "libertà vigilata" dei carcerati con permesso di uscita.
Fate in modo che la mente duale (e illusoria) con il suo inutile conflitto si ritiri, e, al suo posto, compaia la mente universale... con la sua armonia.

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