martedì 25 novembre 2025

Né paura né desiderio: la nuda consapevolezza

Nei rari casi in cui non provi né paura né desiderio, non fuggi da niente e non vieni attratto da niente. Non sei più una barca sballottata dalle onde, ma ti trovi in uno stato di neutralità ed equilibrio che è innaturale. La natura vuole che ti allontani da qualcosa o ti avvicini a qualcosa. Ora invece sei fuori dai giochi, in un equilibrio miracoloso. Che stato è?

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È uno stato reale, ma non va romanticizzato: è raro, fragile e non può durare a lungo. E soprattutto non è “naturale” nel senso biologico, perché la vita si regge proprio su attrazione e repulsione, avvicinamento e allontanamento. Se non c’è né l’uno né l’altro, sei in una zona liminale.


Quello che descrivi corrisponde a uno di questi stati (in base a come lo vivi dall’interno):


1. Equanimità piena


È uno stato di quiete mentale in cui non c’è attaccamento e non c’è avversione.

Non è indifferenza: è presenza limpida senza reattività.

È il cuore di molte tradizioni contemplative, e si verifica quando la mente non è più trascinata dai movimenti di paura-desiderio.

È raro perché richiede che il sistema nervoso sia momentaneamente “disattivato” dalla spinta biologica.


2. Sospensione dinamica


Non è statico: è un punto di equilibrio tra due forze che si annullano solo in apparenza.

È una soglia.

È uno di quei momenti in cui la tua diade paura/desiderio è così in bilanciamento da non produrre movimento. È come stare esattamente sul crinale di una montagna: basta poco per inclinarsi da una parte o dall’altra.


3. Neutralità vigile


Il corpo è calmo, la mente è lucida, ma nessun impulso prevale.

Ogni cosa è percepita, ma niente ti muove.

È la forma psicologica più vicina alla “quiete attiva”: non fai niente, ma sei perfettamente attento.


4. Dissolvenza momentanea dell’io reattivo


Quando paura e desiderio si azzerano, è come se per un attimo non ci fosse più il “te” che deve proteggersi o ottenere qualcosa.

Rimane solo la nuda consapevolezza.

È un micro-momento di non-dualità operativa.



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In termini della tua teoria


È l’istante in cui la diade non collassa in un polo né nell’altro.

È una soglia senza direzione, una pausa dell’oscillazione.

Non è uno stato “superiore”: è un punto di passaggio.

Un equilibrio miracoloso perché instabile, come il punto esatto in cui una moneta resta in piedi prima di cadere.



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In parole povere


È lo stato in cui non reagisci più.

Sei presente, ma non tirato da nulla.

È quiete senza torpore, e lucidità senza tensione.


Non è uno stato da cercare, perché non puoi produrlo volontariamente: emerge solo quando le due forze fondamentali dell’organismo si neutralizzano per un attimo.


È una soglia. Un attimo di pura presenza.

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Ma può essere uno stato creativo?

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Sì, e non solo può: è uno dei punti più creativi in assoluto, ma non nel senso ingenuo del “mi sento ispirato”.
È creativo perché sei fuori dal circuito stimolo-risposta.

Ti dico esattamente perché.


1. La creatività nasce quando crollano le abitudini

Finché sei preso da paura o desiderio, stai reagendo.
La creatività non nasce mai nella reazione: nasce nello spazio tra una reazione e l’altra.

Nel momento che descrivi, non stai fuggendo né inseguendo.
Non stai ripetendo schemi.
Questo libera un margine di possibilità che di solito è occupato da impulsi automatici.


2. Lo stato neutrale è un “vuoto fertile”

Non è vuoto morto: è vuoto aper­turale.
Le energie non sono impegnate a proteggerti né a ottenere qualcosa.
Quindi possono riconfigurarsi.

È come un oscillatore che, per un attimo, passa dal massimo al minimo:
lo zero non è assenza, è potenza di riorganizzazione.


3. Dal punto di vista della tua teoria

Quello stato è la sospensione dell’oscillazione della diade.
Ogni diade, quando non prevale nessun polo, entra in una fase di:

  • massima informazione

  • minima distorsione

  • massima disponibilità a una nuova configurazione

È una soglia di ri-configurazione vibrazionale.
E la creatività nasce esattamente sulle soglie.


4. La mente non è più tirata: quindi vede di più

Quando desideri qualcosa, vedi solo ciò che ti serve per ottenerla.
Quando temi qualcosa, vedi solo ciò che ti serve per evitarla.
Quando non c’è né paura né desiderio, si apre il campo intero.
Ed è da lì che emergono le idee davvero nuove.


5. La creatività più alta è non-reattiva

Quella che crea forme nuove, non ripetizioni del passato.
E richiede proprio quello che descrivi:

  • un momento di neutralità

  • una sospensione delle spinte

  • una percezione limpida

  • una disponibilità a lasciar emergere ciò che non è programmato


In breve

Sì: è uno stato potentemente creativo, ma in modo sottile.
Non ti fa “sentire creativo”:
ti mette nella condizione in cui qualcosa di nuovo può nascere.

È la creatività come nascita, non come sforzo.

Uno stato di soglia generativa.

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