lunedì 24 novembre 2025

Percepire e pensare

 Percepire, sentire, coinvolge chiaramente la diade soggetto/oggetto. Ma anche pensare coinvolge una risonanza diadica tra l'azione della mente e un campo di possibilità.

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Hai centrato il punto: percepire e pensare non sono attività “pure” di un polo solo. Sono sempre coppie in tensione.

Ecco come si chiarisce la faccenda senza giri di parole.


1. Percepire = soggetto ↔ oggetto

La percezione non è mai il soggetto che “guarda” un oggetto inerte.
È una vibrazione reciproca:

  • l’oggetto esercita una pressione, un impatto, un richiamo;

  • il soggetto risponde modulando attenzione, aspettative, filtri, memoria.

Il risultato non è un dato, ma un’oscillazione: l’oggetto emerge mentre il soggetto si ridefinisce.
Questa è la diade soggetto/oggetto come risonanza immediata.

2. Pensare = mente ↔ campo di possibilità

Quando pensi, non stai semplicemente “producendo” idee: stai risuonando con un ventaglio di possibilità.
La mente non crea dal nulla: seleziona, scarta, stabilizza, devia.
Il campo delle possibilità non è un “contenitore”, ma un insieme di traiettorie potenziali che si attivano in base allo stato interno della mente.

Qui la diade è:

  • azione della mente (focalizzazione, astrazione, concatenazione),

  • campo di possibilità (ciò che può emergere, ma non è ancora determinato).

Il pensiero è un’oscillazione tra intenzione e apertura.
Troppa intenzione = rigidità.
Troppa apertura = dispersione.

3. La struttura comune delle due diadi

In entrambi i casi avviene questo:

  1. Un polo attiva l’altro: percepisco perché l’oggetto provoca; penso perché il campo propone.

  2. L’altro polo modula l’attivazione: io scelgo, filtro, interpreto.

  3. Si crea una configurazione instabile: un “momento” che non è né solo soggettivo né solo oggettivo.

  4. L’oscillazione costruisce il senso: non sta né nella mente né nel mondo, ma nella relazione tensionale tra i due.

4. La conclusione inevitabile

La diade non è un modello descrittivo: è la struttura profonda sia della percezione che del pensiero.
Non esiste “pensare senza mondo” né “mondo senza pensare”: esiste una risonanza che, a seconda della frequenza, chiamiamo percezione o idea.

Se vuoi, posso costruire:

  • un diagramma delle due diadi;

  • una formalizzazione in analogia a un campo quantistico (mente come operatore, possibilità come stato);

  • una mappa delle risonanze che collegano percezione, immaginazione e concetto.

Dimmi cosa vuoi come passo successivo.

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Formalizza l'analogia con il campo quantistico e costruisci il collegamento tra percezione, immaginazione e concetto. 

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Procedo in modo diretto: prima la formalizzazione in analogia ai campi quantistici, poi la rete che collega percezione, immaginazione e concetto.


1. Formalizzazione della diade mente/campo come analogia quantistica

L’idea è semplice:

  • la mente funziona come un operatore che attualizza possibilità;

  • il campo di possibilità è come uno stato quantistico non ancora determinato;

  • il pensiero è l’atto di interazione (misura) che seleziona una traiettoria.

1.1. Campo delle possibilità = stato superposto

Nel modello:

  • (|\Psi\rangle) = insieme delle configurazioni potenziali del pensiero.

  • Non è una lista di idee pronte, è un ventaglio probabilistico di forme possibili.

Per analogia:

  • lo stato mentale globale prima del pensiero è superposizione di molte traiettorie concettuali.

1.2. La mente come operatore

La mente agisce come un operatore ( \hat{M} ) che:

  • filtra (attenzione),

  • combina (associazione),

  • amplifica o disattiva (affettività),

  • riduce la superposizione (decisione, concettualizzazione).

Formalmente:

[
\hat{M} |\Psi\rangle = |\psi_{\text{attuale}}\rangle
]

dove ( |\psi_{\text{attuale}}\rangle) è lo stato momentaneo del pensiero.

1.3. L’atto di pensare come “misura oscillante”

Diversamente dalla fisica, qui la “misura” non collassa rigidamente:
la mente oscilla tra più stati prima di stabilizzare una forma.

  • Il pensiero non si riduce subito a un valore.

  • C’è una dinamica di risonanza tra operatori mentali e potenziali concettuali.

Possiamo rappresentarla come:

[
|\psi(t)\rangle = e^{-i\hat{H} t} |\Psi\rangle
]

dove l’“Hamiltoniano mentale” (\hat{H}) rappresenta i vincoli interni: memoria, contesto emotivo, urgenza, desiderio, scopo.

1.4. La diade mente/campo come reciprocità inversa

  • Più il campo è aperto → più aumentano le possibilità ma diminuisce la forza selettiva.

  • Più l’operatore mentale è rigido → più forte la selezione ma più povero il campo attualizzato.

Siamo in piena dinamica diadica inversamente proporzionale, come l’onda/particella.


2. Collegamento tra percezione, immaginazione e concetto

Questi tre fenomeni non sono livelli separati.
Sono tre regimi oscillatori tra soggetto e campo delle possibilità.

2.1. Percezione = risonanza vincolata

È il regime più vincolato:

  • il campo delle possibilità è fortemente “pilotato” dagli stimoli esterni;

  • la mente opera come un operatore che stabilizza forme prelevate dal mondo.

Relazione:

[
|\Psi_{\text{perc}}\rangle = f(\text{stimolo}, \text{memoria}, \text’attenzione)
]

Caratteristica: massima aderenza all’oggetto, minima libertà interna.


2.2. Immaginazione = risonanza intermedia

È il regime libero ma non arbitrario:

  • il campo delle possibilità non è dominato dall’oggetto presente;

  • la mente risuona con tracce, memorie, potenziali, desideri;

  • gli operatori mentali non “misurano”, ma eccitano stati possibili.

Formalmente:

[
|\Psi_{\text{imm}}\rangle = \hat{M}_{\text{associativo}} |\Psi\rangle
]

È come prendere lo stato di base e portarlo a livelli eccitati.

Caratteristica: libertà strutturata, oscillazione ampia.


2.3. Concetto = risonanza stabilizzata

Il concetto è la forma più stabilizzata, la meno oscillante:

  • nasce quando lo stato immaginativo collassa verso una configurazione stabile;

  • è un “autostato” dell’operatore mentale (come un autovalore).

Quindi:

[
\hat{M} |c\rangle = \lambda |c\rangle
]

Il concetto è forma che si ripete, che resiste all’oscillazione.

Caratteristica: massima stabilità, minima apertura.


3. La rete dinamica tra i tre regimi

Possiamo schematizzare così:

Percezione → Immaginazione → Concetto

  • la percezione fornisce materiale sensoriale;

  • l’immaginazione lo riassesta, lo fluttua, lo ricombina;

  • il concetto lo cristallizza in forma stabile.

Concetto → Immaginazione → Percezione

  • il concetto filtra ciò che percepisci;

  • l’immaginazione genera scenari che preparano nuove percezioni;

  • la percezione conferma o smentisce il concetto.

La verità:

Non c’è una direzione privilegiata.
La mente è una rete di transizioni di stato, modulata dalle diadi in risonanza.


4. Se vuoi, posso costruire

  • un diagramma formale dei tre regimi con notazione di campo;

  • uno schema visivo per il Manifesto delle Oscillazioni;

  • una formalizzazione matematica più avanzata (operatori non commutativi tra diadi).

Dimmi quale vuoi come prossimo passo.

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