Pubblico questo articolo perché mette in evidenza il fatto che un Universo senza osservatori sarebbe inutile e senza vita. Il che conferma la mia teoria secondo cui la materia forma una diade con la mente. La mente dà forma all'universo materiale e l'universo materiale dà consistenza alla mente. Avevo già notato che sarebbero teoricamente possibili altri universi non diadici, ma che non servirebbero a nulla, non albergherebbero la vita e non funzioneebbero.
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Nel 2019 un gruppo di ricercatori ha cominciato a studiare dei modelli teorici di universi molto simili al nostro. La matematica, però, ha restituito un risultato assurdo: alcuni universi sembravano avere un solo stato possibile, come se fossero completamente vuoti di informazione.
In pratica, questi universi non avrebbero potuto contenere nulla di ciò che conosciamo: né buchi neri, né stelle, né materia, né tantomeno esseri umani. Un paradosso totale, visto che il nostro universo è pieno di complessità.
Per superare questo paradosso, i ricercatori hanno cominciato a riflettere come forse non sia possibile descrivere un intero universo in modo completamente oggettivo, soprattutto nel caso non ci fosse nessuno in grado di osservarlo dal suo interno.
L’idea - che riporta in mente alcune teorie relative alla meccanica quantistica - è che senza un osservatore, anche la complessità del cosmo perda significato e che l'osservazione è fondamentale per la struttura stessa della realtà.
Gli stessi autori di questo modello hanno quindi cominciato a spolverare vecchie teorie fisiche, come quelle sviluppate da Juan Maldacena, che durante il secolo scorso aveva cercato di unire la meccanica quantistica con la relatività e le leggi sulla gravità.
Un passo importante per comprendere quale strada seguire era stato compiuto all’introduzione del concetto dell’olografia, un’idea secondo la quale ciò che accade in un universo tridimensionale può essere descritto tramite informazioni presenti sul suo “bordo”, come fosse un’immagine su uno schermo piatto. Questo metodo ha avuto grande successo nello studio dei buchi neri, portando alla “formula dell’isola”, che aiuta a capire come questi oggetti possano conservare le informazioni su ciò che cade al loro interno.
Questo approccio ha però portato gli astronomi a un risultato sorprendente e per buona parte inquietante: alcuni fisici hanno cominciato a proporre modelli del nostro universo in cui non aveva confini. Lo stesso Maldacena ha provato a usare la formula dell’isola su un universo simile al nostro, ottenendo lo stesso risultato scioccante della ricerca del 2019.
Nei suoi calcoli, lo spazio di Hilbert — concetto che misura il numero di stati possibili all'interno dei sistemi fisici— risultava avere una sola dimensione, priva di complessità.
In altre parole, un universo senza osservatori e senza confini appare matematicamente vuoto e privo di dettagli, ma appena lo stesso universo comincia a possedere un osservatore, ecco che diventa ricco di contenuti e dettagli.
Trovando conforto nei risultati di Maldacena, i nuovi ricercatori hanno quindi confermato questa strana verità, dove l'osservatore forse è ancora più importante dell'universo stesso o del contesto che deve analizzare. A meno che questo paradosso non nasca da un modo sbagliato di porre le domande o di comprendere le risposte da parte dei ricercatori.
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