giovedì 27 novembre 2025

Deus sive natura

 Quando ad Einstein domandarono se credeva in Dio e a quale Dio, lui rispose: "Sì, ma al Dio di Spinoza." E il Dio di Spinoza quale era? Deus sive natura, ossia il Dio che si vedeva nella natura, non certo il Dio delle religioni. E questa è anche la mia opinione. E' il Dio che possiamo vedere in azione nella natura, cioè la Natura stessa, le sue leggi, i suoi principi. Invece, il Dio delle religioni, anzi gli Iddii delle religioni, sono elaborazioni umane, cui le persone veramente intelligenti non possono credere. Ma la gente comune, che non è in grado di pensare, ha bisogno di un Dio prefabbricato, di un idolo cui rivolgersi per pregarlo. In fondo, il vero individuo religioso non è il prete o il credente, ma lo scienziato. Però non tutti possono avere una mente scientifica e filosofica. E il livello mentale generale è  scarso e confuso. Anch'io studio le leggi relazionali e vibratorie della natura. Sono quelle che mi hanno messo al mondo e che mi uccideranno. Sono sicuro di essere vicino a "Dio", ossia all'Origine dell'universo, quando penso a queste leggi, mentre sono sicuro che le religioni ufficiali sono state inventate dagli uomini e sono manovrate da uomini che sfruttano il bisogno umano di sicurezza e protezione per fare i loro affari. Einstein per esempio era ebreo, ma non credeva a una sola parola della Bibbia. In una lettera scrisse: «La parola Dio per me non è altro che espressione e prodotto della debolezza umana, la Bibbia è una collezione di venerabili ma ancora puramente primitive leggende.» Questa è la verità. Le religioni sono «un’incarnazione delle superstizioni più infantili». Certo, capisco che sia difficile evocare un "Dio" non incarnato dall'uomo, ma incarnato nell'uomo e nella natura. Per un individuo intelligente, non serve a niente dichiararsi né credente né ateo.  Anche queste sono categorie puramente umane. In tutti c'è una oscillazione delle due posizioni che si richiamano a vicenda. Einstein disse anche:

«Io credo nel Dio di Spinoza che si rivela nell’ordine armonioso di quanto esiste, non in un Dio che si preoccupa del destino e delle azioni degli esseri umani.» 

  • In altre sue frasi:

    «Non posso concepire un Dio che ricompensa e punisce le sue creature, né un volere divino simile a quello che sperimentiamo in noi.» 
    «La mia religione consiste in un’umile ammirazione per il vasto potere che si manifesta in quella piccola parte dell’universo comprensibile alle nostre povere, fragili menti.»

     

    A proposito del rapporto tra scienza e religione, Einstein osservava — in una formulazione più generale — la rarità di celebrazioni coerenti: molti abbracciano la fede come sicurezza, non come apertura:



  • «Se c’è qualcosa in me che può essere chiamato religioso, è la consapevolezza degli indefiniti limiti della mente umana di fronte all’armonia dell’universo che cerchiamo di esprimere come “leggi della natura”.» 

     




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