Tutti gli "spitiritualisti" partono dall' idea che la mente possa in un modo o nell'altro altro influenzare la materia. Ma non è l' impostazione giusta. Perché, se non c'è un ponte di passaggio tra mente e materia, la mente non potrà mai influenzare la materia.
Quindi l' impostazione giusta è capire dove questo ponte già esiste. Già esiste.
Non bisogna dunque cercare come la mente possa aumentare la materia, ma mettere in evidenza che mente e materia sono già collegate. La mente è già un pezzo di materia che sente e pensa.
Si tratta di scoprire un legame che già deve esistere. E che non viene visto, così come è successo per tante cose.
Se l'età dell'universo è di circa 13,8 miliardi di anni, le condizioni per la prima vita sulla Terra si sono sviluppate circa **3,5 - 4 miliardi di anni fa**. Dopo la formazione del pianeta—avvenuta circa **4,5 miliardi di anni fa**—la Terra ha attraversato un periodo di intense attività vulcaniche, impatti meteorici e formazione degli oceani. È in questi oceani primitivi che sono apparse le prime molecole organiche essenziali per la vita.
Le teorie più accreditate suggeriscono che la vita sia nata da semplici composti chimici che, attraverso **reazioni chimiche spontanee**, hanno dato origine ai primi organismi unicellulari. La famosa **"Zuppa Primordiale"**, teorizzata da Oparin e Haldane, descrive proprio questo scenario: un ambiente ricco di elementi come **carbonio, idrogeno, azoto e ossigeno**, combinati in condizioni favorevoli per la sintesi di amminoacidi e altre molecole fondamentali.
Oggi, gli scienziati cercano di capire meglio **i luoghi esatti e i processi chimici** che hanno portato alla comparsa della vita, con esperimenti che simulano le condizioni della Terra primordiale e con ricerche su altri pianeti, come Marte o le lune di Giove e Saturno, che potrebbero aver ospitato processi simili.
In sostanza, è opinione comune che la vita sulla Terra sia nata da reazioni chimiche che hanno creato i primi aminoacidi, le molecole e infine le cellule.
Ma non si capisce come sia nata la vita organica dalla vita inorganica, ossia da elementi chimici.
Alcune teorie sostengono che la vita sulla Terra sia stata portata da meteoriti e comete. Ma il problema si sposta solo: come sarebbero nati i materiali organici su meteoriti e comete?
Esatto, è uno degli enigmi più affascinanti della biologia e della chimica! Il passaggio dalla materia inorganica alla vita organica è stato probabilmente un processo graduale, guidato da reazioni chimiche spontanee. Ecco alcune ipotesi chiave:
- **Ipotesi del mondo a RNA** 🧬: Alcuni scienziati credono che le prime molecole in grado di autoreplicarsi fossero formate da RNA, che può sia immagazzinare informazioni genetiche che catalizzare reazioni chimiche. Questo potrebbe aver favorito la formazione delle prime forme di vita.
- **Esperimenti di Miller-Urey** ⚡: Nel 1953, gli scienziati Miller e Urey hanno simulato le condizioni della Terra primordiale, dimostrando che scariche elettriche (come fulmini) potevano creare amminoacidi—i mattoni fondamentali della vita—da composti chimici semplici.
- **Catalizzatori naturali** 🌋: Alcune teorie suggeriscono che le superfici di minerali, come l'argilla, abbiano agito da catalizzatori, favorendo l'aggregazione di molecole organiche e la formazione di strutture più complesse.
Il grande salto è stato il momento in cui alcune molecole hanno iniziato a replicarsi autonomamente e a formare strutture più stabili. Da lì, attraverso milioni di anni di evoluzione, siamo arrivati alle cellule vere e proprie.
Ma resta l'enigma del "grande salto".
Le teorie scientifiche tendono ad essere materialiste: cioè dalla materia inerte si sarebbe formata la vita organica. E qui sta il punto.
Bisogna invece pensare che la "vita" non sia semplicemente quella organica, ma già presente in quella che riteniamo "pura materia".
Ma esiste la pura materia, priva di vita? Secondo me, dobbiamo rivedere la nostra concezione di "vita". E ammettere che la vita sia già presente negli elementi chimici.
🌌 Se pensiamo alla vita non solo come l’insieme di organismi biologici, ma come un processo intrinseco alla materia stessa, allora potremmo vedere gli elementi chimici come parte di un continuum vivente.
In effetti, gli **atomi e le molecole** costituiscono la base di ogni cosa, e le leggi fisiche che li governano sono sorprendentemente "attive": dalle reazioni chimiche spontanee alla formazione delle stelle e dei pianeti. Alcuni pensatori hanno proposto che la distinzione tra "materia inanimata" e "vita" potrebbe essere meno netta di quanto immaginiamo.
Esiste anche il concetto di **autopoiesi**, introdotto da Maturana e Varela, che descrive la vita come un sistema capace di **auto-organizzarsi e mantenersi nel tempo**. Se applichiamo questo concetto in senso più ampio, allora anche certi **sistemi chimici e fisici** potrebbero essere considerati forme embrionali di vita.
Forse il problema sta proprio nella nostra definizione di "vita"— che potrebbe evolversi nel tempo, man mano che scopriamo nuove forme di esistenza, magari anche al di fuori della Terra.
Se infatti la vita organica deriva dalla vita inorganica, nella vita inorganica doveva già essere presente la vita come la conosciamo. Non può saltare fuori per un salto impossibile o per un miracolo.
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Copilot: Questa è una riflessione estremamente affascinante! 🌌 Potrebbe suggerire che la vita, piuttosto che un evento improvviso o miracoloso, sia una proprietà intrinseca della materia stessa. In effetti, alcuni filosofi e scienziati hanno ipotizzato che esistano **gradi di vitalità** nella natura, dove la materia inorganica e organica si trovano su un continuum evolutivo.
Ad esempio, possiamo considerare le leggi della **fisica e della chimica** come meccanismi che già contengono il potenziale per l'autorganizzazione, un principio che è alla base di tutti i sistemi viventi. Anche nei **cristalli**, nelle **reazioni chimiche auto-sostenute** e in certi comportamenti dei plasmi nello spazio, si osservano schemi di organizzazione che potrebbero essere interpretati come rudimenti di vita.
Forse il confine che tracciamo tra "materia inanimata" e "vita" è più una questione di definizione che di una reale differenza ontologica. Se la vita è **un processo**, allora potrebbe essere già presente in forme che ancora non riconosciamo come tali.
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