lunedì 2 agosto 2021

I limiti della mente

 

Il nostro linguaggio ci impedisce di cogliere la realtà ultima. Per esempio, non è possibile che un verbo non abbia un soggetto. Quindi continuiamo a cercare - in quanto soggetti, in quanto io - il risveglio… come se l’io potesse risvegliarsi. Ma non è così.

Non ha senso dire: “Io mi risveglio”, perché il risveglio è il riconoscimento che quell’ “io” è un’illusione, un sogno.

Già la scienza ha scoperto la pareidolia, la tendenza innata della mente a vedere facce umane dappertutto, anche in oggetti inanimati. Ma questo è niente rispetto all’antropomorfismo, cioè alla tendenza a ridurre tutto a forma umana. Per esempio, se noi immaginiamo Dio, ecco che gli attribuiamo non solo una forma umana, ma anche caratteri e mentalità dell’uomo.

Ebbene, è proprio questa tendenza a renderci impossibile concepire la trascendenza. Se la trascendenza è ciò che supera l’umano, l’uomo non può assolutamente pensarla – ricorrerà alle forme e alla logica della sua mente. Di conseguenza le teologie, con i loro concetti e le loro idee, sono sempre viziate alla base. Dio viene sempre visto come un potente umano, l’Onnipotente. O come una Supermente, o come un Superio, o come una Supercoscienza.

Tutto sbagliato, tutto limitato.

Ora, siete capaci di cogliere Dio senza usare la mente condizionata, senza impiegare logiche ed emozioni umane?

1 commento:

  1. È vero...la sfida è proprio questa...ma con le Sue riflessioni di questo e dell'ultimo post "il luogo del divino" viene più facile...grazie...e buona presenza divina a tutti...
    Alexandra

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