martedì 24 agosto 2021

Per un mondo senza dolore

 

Ci piacerebbe un mondo senza dolore (o con solo un minimo di sofferenza), senza odio, senza aggressività, senza male… sarebbe il nostro sogno. Per questo abbiamo lottato a lungo, per questo abbiamo sviluppato  scienza e tecnica. Ma non è bastato: alcune cose sono migliorate, ma altre sono peggiorate (per esempio le condizioni climatiche)  E nessuno è riuscito a sconfiggere definitivamente la miseria, la fame, l’ingiustizia, la prevaricazione dei forti, la competizione e la violenza innata.

Il fatto è che questa violenza è insita non solo nell’uomo, ma nell’intera natura. Tutti gli esseri viventi, per vivere, devono uccidere e divorare altri esseri viventi (animali e vegetali). Inoltre nessuno è in grado di cambiare il mondo degli opposti: buono-cattivo, io-altro, giusto-ingiusto, inizio-fine, vita-morte, ecc. Il che ci dice che non sarà mai possibile estirpare il male. Sarebbe come voler togliere un polo a una calamita. Distruggeremmo tutto.

Inutilmente speriamo in un aldilà di solo pace e amore dove sia possibile dividere il bene dal male – in che modo? Ci rendiamo conto che è un sogno. È la nostra mente individuale che spezza l’unità originaria e dà vita a tutti questi enti, valori e processi conflittuali. E quindi è proprio ad essa che dovremmo rivolgerci.

Noi sappiamo che in origine tutto è uno, ma poi, per conoscere, dobbiamo spezzare e contrapporre. Il risanamento dovrebbe dunque incominciare da una comprensione della polarità degli opposti e dell’unità sostanziale del cosmo. Ma siamo disposti a perdere la visione individuale per ottenere quella universale?

Noi non sappiamo se ci sia veramente un mondo oggettivo al di là del nostro sentirlo e pensarlo. Nella nostra introspezione, ci è impossibile distinguere tra i fenomeni in sé e la loro percezione. Ma resta il fatto che senza una mente che gli dia un senso, il cosmo sarebbe un ammasso informe. Insensato.


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