martedì 3 agosto 2021

La distruttività umana

 

I piromani che in questo periodo danno fuoco a vasti territori della nazione italiana (nonché in vari altri paesi) sono una dimostrazione di qualcosa di molto oscuro nella natura umana: il piacere di distruggere ciò che la natura ha costruito in decenni, secoli e millenni. Vanno a fuoco pinete con alberi secolari, macchia mediterranea, campagne, foreste, case e tutto ciò che è costruito in quelle aree. Succede dappertutto: in Australia, in California, in Francia, Russia e ovunque ci siano meraviglie della natura. Al di là degli interessi criminali di qualcuno, si rivela proprio un odio verso le bellezze della natura. Chi appicca l’incendio prova un piacere quasi fisico: è soddisfatto di uccidere e devastare. “Questa è opera mia!” sembra dire, “Anch’io ho lasciato il mio segno.”

Ecco il punto. Oltre ai ricchi, ai potenti e a coloro che hanno avuto successo nella vita, ci sono masse di diseredati che sanno di non contare nulla, di non essere nessuno. E così vogliono lasciare un segno, se non nel bene, nel male. Quell’albero che aveva duemila anni, io l’ho distrutto… Quella pineta che tutti ammirano, io l’ho bruciata… Quella foresta così bella, io l’ho annientata…

Il piacere che si prova è simile a quello che si prova nel deturpare un dipinto, una statua o un’opera d’arte. È l’odio verso il mondo e la natura, è il sentirsi potenti e importanti almeno una volta nella vita.

Ma non c’è solo questo: c’è anche l’odio verso la vita stessa. Perché la natura umana è fatta così: ama tanto vivere, ma vorrebbe anche distruggere l’esistenza. È il dualismo di tutto ciò che è venuto il mondo. Ogni impulso ha il suo contrario.

E, nel piacere di vivere, c’è anche il piacere di uccidere. Alla lunga, crescere, costruire, espandersi, moltiplicarsi, nutrirsi, ecc., comporta la distruzione e l’autodistruzione.

Una vita che si basa su queste basi, in fondo sa di non essere cosa buona. E, sotto sotto, vuole annientarsi e tornare là da dove sconsideratamente è uscita – il nulla.

In India, si adora la Trimurti, tre Iddii che rappresentano la creazione, la conservazione e la distruzione. Lì si sa bene che anche la distruzione è di origine divina ed è già programmata nella natura. Da noi no – noi abbiamo espulso dall’immagine di Dio l’aspetto feroce. Il nostro Dio è solo amore e bontà. Eppure sappiamo che tutto questo dovrà finire per decreto divino.

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