sabato 28 agosto 2021

La notte oscura dell'anima

 

Se siete perfettamente soddisfatti di voi stessi e della vostra vita, non intraprenderete mai una ricerca spirituale. Vi accontenterete di ciò che vi è stato inculcato e non vi porrete domande sul senso della vostra esistenza. Ma, prima o poi, l’insoddisfazione e la sofferenza entrano nell’esistenza di tutti e ci costringono a porci domande. Questa crisi – la “notte oscura dell’anima” - può portare ad essere dei disadattati o dei nevrotici. Ma è anche indispensabile a crescere.

In fondo, chi non si pone mai domande, è simile a un animale o a una pianta; non sviluppa una coscienza della propria presenza nel mondo.

Il problema, però, non è solo quello del disadattamento (in seguito al quale molti si perdono), ma anche quello del cercare risposte nella religione di provenienza. Se questo accade, la crisi rientra in una gabbia di concetti e di risposte stereotipate. Qualcuno può arrivare a parlare di Dio in termini tradizionali e magari gli viene l’idea di avere una “vocazione” o di essere stato chiamato da Dio a svolgere chissà quale missione.

Tutto ciò può dare l’impressione di aver incanalato la crisi nei canali giusti. Ma non è così. Nessuna verità preconfezionata, nessuna attività frenetica, vi darà mai la pace. Piuttosto state sfuggendo al problema, che non ha soluzioni preconfezionate né valide per tutti.

Ognuno deve fare la propria strada da solo, cercando risposte nella propria coscienza – scoprendo che questa coscienza non è solo individuale ma anima il mondo intero. Lo spirito non ha bisogno di lettere di raccomandazione o di percorsi precostituiti. Lo spirito vivifica e libera, mentre le lettere e i concetti imprigionano.

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