Siamo alle solite. Se un avvenimento è
negativo, è opera di Lucifero o di Satana. Se è positivo, è opera di Dio.
Questo dualismo mentale, che divide ogni cosa in due parti contrastanti, va
avanti da millenni. Ma è chiaro che siamo noi che evochiamo l’una o l’altra
figura mitologica. All’origine non ci sono. All’origine c’è solo un evento cui
noi attribuiamo un valore negativo o positivo. E così creiamo divinità
immaginarie.
È la mente umana che giudica,
interpreta e proietta. E dovremmo capirlo una volta per tutte, anziché saltare
da un elemento al suo opposto speculare.
Ma Dio o Satana sono come le due facce
della stessa medaglia. D'altronde Lucifero non significa "portatore di luce"?
Quando poi evochiamo Dio, considerandolo
un personaggio reale, gli attribuiamo l’attributo dell’esistenza. Perché per
noi esistere è una qualità positiva. Non è questo l’argomento ontologico della
vecchia teologia?
Però, se parliamo di trascendenza, Dio è
al di là di tali classificazioni duali, e non ha nessun bisogno né di esistere
né di essere.
Proviamo a capire che cosa ci sia oltre
il dualismo della mente. È un bell’esercizio meditativo per uscire dal
contingente.
Solo in questo mondo abbiamo bisogno di esistere. Ma prima o dopo?
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