Nelle menti umane e nelle religioni di
tutto il mondo torna continuamente l’idea della reincarnazione, ossia della
possibilità dell’anima di poter rivivere in corpi differenti. E si riferiscono
esperienze di persone che si ricordano di vite passate.
Ma, se ragioniamo, ci rendiamo conto di
essere tutti il prodotto di altre esistenze. Innanzitutto, abbiamo il patrimonio
genetico dei nostri due genitori, i quali a loro volta avevano l’eredità
genetica dei loro genitori, i quali… e così via fino a un remoto passato.
L’eredità genetica non è solo un fatto
fisico, ma anche mentale e psicologico. Per esempio possiamo aver ereditato la
predisposizione per la musica, per la matematica, per il commercio, per le
lettere eccetera.
In tal senso siamo tutti dei reincarnati.
Non c’è dunque da stupirsi se qualcuno ha ricordi di passate esistenze.
L’anima è sempre qualcosa di vivo e di
composito. Ed è legata all’origine stessa della materia e della vita. Ecco
perché un Empedocle poteva scrivere:
“Un tempo io fui già fanciullo e fanciulla, arbusto, uccello e muto
pesce che salta fuori dal mare.”
Ed ecco perché possiamo sempre sostenere che siamo tutti uno,
che abbiamo tutti una stessa anima.
È solo una questione di
saper guardare lontano, oltre le differenze individuali, oltre il tempo.
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