martedì 9 febbraio 2021

Il Dio amore

 

Sembra che l’amore sia il massimo dell’altruismo. Da noi ne hanno fatto perfino un Dio. Ma all’origine non è così. Una forma di vita che vuole esistere vuole anche riprodursi. E riprodursi è la spinta a perpetuare se stessi – dunque il massimo dell’egocentrismo. È sempre il “gene egoista” che dirige l’intero processo.

Il mondo appare all’insegna dell’io. E combatte per affermare se stesso. L’amore per la vita e quindi l’amore per l’altro appaiono perché c’è un ego che vuole farsi strada. Perciò deve dividersi in due dando origine alla coscienza… per poi riunificarsi.

Ma poiché l’io non riesce a vincere la morte, resta qualcosa di incompiuto: un’apparenza illusoria, fallimentare, che rientra là da dove è uscito. Un fallimento. Il fantasma non riesce a farsi realtà durevole.

Prima c’è un’oscurità magmatica e informe. Poi appare una forma che vuole individuarsi. Ma da dove nasce una volontà del genere, se non dal magma stesso? Oggi la chiamano fluttuazione quantistica.

C’è dunque una tensione fin dall’inizio. E così torniamo al dualismo dinamico di yang-yin, tenebre-luce, bene-male, amore-odio, attrazione-repulsione, altruismo-egoismo, ecc.

Questo significa che siamo ai limiti della ragione. In ogni caso, anche l’Uno vuol perpetuare se stesso. L’Origine non cede, l’immanifesto non lascia campo libero alla manifestazione. E se la riprende. Il massimo dell’egocentrismo.

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