sabato 13 febbraio 2021

Pregare Dio

 

Quando sentiamo parlare di Dio, ce lo immaginiamo come una grande Forza, un immenso Potere, l’Onnipotente, il Creatore, il Padre di tutto, il Signore o, a seconda della religione, un personaggio più o meno storico, come Gesù o  Krishna. Comunque sia, è sempre qualcosa di esterno, qualcosa di “altro” rispetto a noi.

Ma la verità è che noi non abbiamo la minima esperienza diretta di questo “personaggio”. Qualcuno ce ne parla o ci fa vedere delle immagini sacre, e noi ci crediamo.

Ne consegue che, quando lo invochiamo per chiedere aiuto in un frangente difficile, ci rivolgiamo a un’immagine della nostra mente, più o meno astratta. Se lo concepiamo come potere, forza o energia, ci riesce difficile farcene un’immagine precisa, e dunque pregarlo. Più semplice pregare un suo intermediario, un profeta o qualche santo. Ma anche qui siamo nel vago, perché sappiamo che tutte le nostre immagini sono sfocate  o inventate di sana pianta. In conclusione, ci manca l’ “oggetto” cui rivolgerci.

Dio non si vede, Dio non si può immaginare.

Se però concepiamo Dio come creatore, dobbiamo ammettere che tutto il potere, la forza o l’energia derivano da Lui. E, in particolare, la nostra vita, la nostra coscienza, il nostro io, la nostra forza vitale. Qui entriamo più nel concreto, perché ci riferiamo a nostre esperienze. Noi sappiamo di essere vivi perché siamo coscienti. E questa nostra coscienza è l’unico potere che ci sembra “divino” – il divino in noi. Senza di esso, non sapremmo di essere e non potremmo neppure pensare o credere a Dio.

Ci sembra dunque sensato ritenere questa nostra coscienza come il vero Dio o una sua diretta emanazione.

Solo che, essendo dentro di noi, e anzi noi stessi, non possiamo invocarlo come un Essere esteriore. Dobbiamo per forza immedesimarci in Esso, evocarlo in noi, suscitarlo e percepirlo in noi.

Questa non è più preghiera. Ma meditazione.

L’operazione però è resa difficile dalla nostra inveterata tendenza a rivolgerci a qualcuno o a qualcosa di esterno. Si tratta più che altro di percepire questa forza dentro di noi e cercare di dirigerla a nostro vantaggio. Ci riusciamo?

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