sabato 6 febbraio 2021

Genesis

 

All’inizio vi è un Tutto e Unico che non conosce sofferenza. Poi il Tutto e Unico si frammenta e si individualizza, identificandosi con molteplici forme e manifestando il mondo. E qui nasce la coscienza come la conosciamo noi: una forza che è presente a se stessa. Per essere presente a se stessa, deve però introdurre la divisione dualistica -  e qui penetra la sofferenza e il desiderio di riunificazione.

Dualismo significa che devono esserci un soggetto e un oggetto. Compaiono dunque divisione e individuazione, identificazione e appartenenza, attrazione e repulsione, gioia e sofferenza, amore e odio, vita e morte. Questi sono i due poli, le due coppie, attraverso cui si dispiega la nostra esistenza.

In tal senso, possiamo dire che la nostra identità ultima o prima non sta qui in questo soggetto, in questo corpo,  in questa mente, in questo io e in questa coscienza, ma in quel Tutto e Unico che è l’originaria Forza coesiva. Qualcosa ha rotto i legami iniziali (di qui l’idea popolare di caduta o peccato originale) per poter produrre conoscenza, individuazione e coscienza.

Ma la coscienza ha un prezzo – la sofferenza. Ed è per questo che è destinata a sparire nel Tutto cosmico.

Il fatto che la coesione iniziale abbia ceduto non ha di per sé un valore negativo. Può essere un semplice gioco dialettico fra l’Uno e la molteplicità.

La nostra pretesa di rimanere individualmente eterni va sempre frustrata, a meno che… sia un lavorio dello stesso Uno per acquisire coscienza di sé attraverso le coscienze individuali. Ma non è detto che lo stato di coscienza sia superiore a quello di non-coscienza. Potrebbe essere una lotta dell’Uno a trasformare se stesso. Nel qual caso… il gioco approderebbe a un nuovo stato: il nuovo Dio.

      

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