Che cosa significa dichiararsi cattolici,
protestanti, musulmani, ebrei, induisti, ecc., se non che si è incapaci di
pensare per la propria testa e si aspetta che qualcuno ci dica che cosa sia
vietato o non vietato, che cosa sia permesso o non permesso, che cosa succeda
dopo la morte e così via? Questo ci rivela la qualità degli esseri umani:
greggi di pecore che vogliono un “pastore” che le guidi e dica loro che cosa
pensare e come comportarsi. Che cosa sono allora le religioni se non proto-partiti,
i primi e i più antichi partiti del mondo? E infatti di che cosa si occupano prevalentemente
le religioni se non di politica e di potere?
Naturalmente tutte si dichiarano volute
da Dio stesso, il supremo legislatore, e quindi si presentano come mediatrici
tra il cielo e la terra, tra le masse ignoranti e la suprema conoscenza. Così
si ritengono indispensabili e vogliono a loro volta comandare sui comuni
mortali. E si attribuiscono meriti e compensi che non otterrebbero altrimenti.
Poiché però le religioni sono tante e
tutte vogliono avere tutte ragione, l’odio fra di loro è implacabile. Se Dio
stesso è stato creato dall’uomo, le religioni sono nate dalle ambizioni e dalle
presunzioni di gruppi di uomini che non hanno trovato altro mezzo per avere un
po’ di potere.
Ma il loro potere non ha niente a che
fare con Dio. Ha piuttosto a che fare con i tanti uomini infantili che,
incapaci di ragionare con la loro testa e pieni di paure, cercano qualcuno da cui dipendere.
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