mercoledì 20 gennaio 2021

Dalla preghiera alla meditazione

 

Dagli inizi della storia umana, le religioni di tutto il mondo hanno proposto alle masse l’adorazione e la sottomissione agli dei; poi hanno proposto un Dio solo. Fin qui, però, si è trattato di un culto esteriore, rivolto a una Divinità sentita come altro da noi, quasi fosse una persona potente, la Persona suprema.

Oggi bisogna compiere il passo successivo: portare all’adorazione non di una Divinità esteriore, ma di quella Forza divina che si trova dappertutto e, prima ancora, in noi. Una tale forza si esprime essenzialmente nella nostra stessa coscienza che sa di esistere.

A questo punto, però, all’adorazione (che presuppone un dualismo), si deve sostituire l’immedesimazione e l’interiorizzazione. Dio non si trova nell’alto dei cieli, ma dentro di noi, nel nostro fondo.

Si tratta dunque di sostituire alla preghiera la meditazione- che non è più un rivolgersi a qualcun altro, ma alla nostra stessa consapevolezza. Dobbiamo scoprire e percepire la nostra stessa consapevolezza, che è la vera creatrice del mondo che vediamo.

Attenzione: non si tratta di trovare un significato mentale (le parole e i concetti non possono coglierla), ma di immergersi in ciò che è prima della mente stessa.

Un’avvertenza: questa è la forza più potente del mondo e va trattata con cautela. In Oriente si parla del risveglio di Kundalini, che non è una divinità esteriore, ma la nostra stessa energia interiore.

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