Una delle poche certezze di questo mondo è
che gli esseri viventi amano vivere e non vorrebbero mai morire. Se potessero,
vivrebbero per sempre o rinascerebbero di continuo. In fondo non c’è una grande
differenza tra credere in un aldilà e credere in continue rinascite: si tratta
sempre di quell’attaccamento alla vita che non finisce mai.
Ci sono poche eccezioni: coloro che si
suicidano perché le sofferenze della vita sono diventate insopportabili. Ma
tutti gli altri, anche se soffrono atrocemente, anelano ad avere anche solo un’ora
o un giorno in più. Tutti aborrono la morte.
Ma la realtà ci dice anche che tutti coloro
che nascono devono morire. L’atteggiamento giusto per vivere dovrebbe essere
dunque un certo distacco, la consapevolezza continua che questa vita è solo una
stagione o uno stato di passaggio, destinato a finire.
Detto questo, i più non ci pensano affatto e
operano come se dovessero vivere per sempre. Non solo, ma sono così convinti
della bontà della vita che vogliono mettere al mondo altri esseri come loro,
dimenticandosi del fatto evidente che mettere al mondo la vita significa mettere
al mondo la morte.
In effetti, nei paesi più evoluti e
consapevoli, si mettono al mondo sempre meno figli. Mentre, nei paesi più
ignoranti, si va avanti a forza d’istinti figliando come conigli che si perdono
in gran parte per strada; si punta più sulla quantità che sulla qualità.
Qualunque forma di vita, dalle più evolute
alle più elementari, si comporta nello stesso modo. Anche un virus mortale segue
la stessa regola: vuole la vita e aborre la morte, vuole riprodursi a qualsiasi
costo.
Per fortuna o per sfortuna, c’è una guerra
generale tra le varie forme di vita, per cui la sopravvivenza dell’una comporta
l’uccisione di tante altre. Ma chi fermerà la più evoluta e la più forte dal
distruggere tutte le altre e se stessa con il pianeta intero… se non la sua
stessa consapevolezza?
Ecco perché dovremmo introdurre la
meditazione di consapevolezza nei nostri sistemi educativi. Vivremmo con più
saggezza ed equilibrio. Perché non lo facciamo?
Perché vi si oppongono le grandi religioni
che hanno bisogno di tanti servi ubbidienti e non di uomini consapevoli. Esse
sono le naturali alleate di tutti i regimi autoritari insegnando ad adorare la
Grande Autorità e i suoi rappresentanti terreni.
Peccato che il mondo non sia stato costruito
da nessuna Autorità superiore, ma si sia autoprodotto ed abbia la consistenza
di un sogno o di un’illusione. Compresi noi, i nostri corpi, le nostre individualità e i nostri dei.
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