I piromani che in questo periodo danno
fuoco a vasti territori della nazione italiana (nonché in vari altri paesi)
sono una dimostrazione di qualcosa di molto oscuro nella natura umana: il
piacere di distruggere ciò che la natura ha costruito in decenni, secoli e
millenni. Vanno a fuoco pinete con alberi secolari, macchia mediterranea, campagne,
foreste, case e tutto ciò che è costruito in quelle aree. Succede dappertutto:
in Australia, in California, in Francia, Russia e ovunque ci siano meraviglie
della natura. Al di là degli interessi criminali di qualcuno, si rivela proprio
un odio verso le bellezze della natura. Chi appicca l’incendio prova un piacere
quasi fisico: è soddisfatto di uccidere e devastare. “Questa è opera mia!” sembra
dire, “Anch’io ho lasciato il mio segno.”
Ecco il punto. Oltre ai ricchi, ai
potenti e a coloro che hanno avuto successo nella vita, ci sono masse di
diseredati che sanno di non contare nulla, di non essere nessuno. E così
vogliono lasciare un segno, se non nel bene, nel male. Quell’albero che aveva
duemila anni, io l’ho distrutto… Quella pineta che tutti ammirano, io l’ho
bruciata… Quella foresta così bella, io l’ho annientata…
Il piacere che si prova è simile a
quello che si prova nel deturpare un dipinto, una statua o un’opera d’arte. È l’odio
verso il mondo e la natura, è il sentirsi potenti e importanti almeno una volta
nella vita.
Ma non c’è solo questo: c’è anche l’odio
verso la vita stessa. Perché la natura umana è fatta così: ama tanto vivere, ma
vorrebbe anche distruggere l’esistenza. È il dualismo di tutto ciò che è venuto
il mondo. Ogni impulso ha il suo contrario.
E, nel piacere di vivere, c’è anche il
piacere di uccidere. Alla lunga, crescere, costruire, espandersi,
moltiplicarsi, nutrirsi, ecc., comporta la distruzione e l’autodistruzione.
Una vita che si basa su queste basi, in
fondo sa di non essere cosa buona. E, sotto sotto, vuole annientarsi e tornare là
da dove sconsideratamente è uscita – il nulla.
In India, si adora la Trimurti, tre
Iddii che rappresentano la creazione, la conservazione e la distruzione. Lì si
sa bene che anche la distruzione è di origine divina ed è già programmata nella
natura. Da noi no – noi abbiamo espulso dall’immagine di Dio l’aspetto feroce.
Il nostro Dio è solo amore e bontà. Eppure sappiamo che tutto questo dovrà
finire per decreto divino.