L’individuo religioso di stampo tradizionale crede che basti qualche sacrificio o l’esecuzione di qualche rituale per imboccare la strada giusta. Ma ci vuole ben altro - ci vuole comprensione. Se non capiamo come è fatto il mondo, rischiamo di essere soltanto degli imitatori non autentici. È vero che dobbiamo scegliere il non coinvolgimento e il non attaccamento a congiunti e a beni materiali e spirituali. Ma questo comprende anche l’amore per la perfezione, il servizio reso agli altri, l’orgoglio e l’autostima basati su valori sbagliati.
Vuoi diventare un santo? Vuoi diventare un essere divino? Ma su che basi di santità e di divinità?
L’intero mondo e le nostre divinità sono prodotti della mente con i suoi concetti - ecco che cosa ci deve diventare chiaro. Tutto è falso, compreso i nostri concetti di Dio o di anima. E l’adorazione di queste immagini o l’adeguamento ad esse non ci porta da nessuna parte.
C’è una coscienza che è libera sempre e c’è una coscienza che si è comunque venduta al mondo degli stereotipi.
La via spirituale è vedere il condizionamento che subiamo, nel campo delle idee, delle emozioni e dei comportamenti.
Dobbiamo liberarci degli schemi ripetitivi e dei pregiudizi. E ciò non può avvenire se non installandoci nella coscienza testimone, che osserva con distacco il mondo, noi stessi e gli altri e vede le recite della nostra esistenza. Perché noi viviamo per lo più nel mondo dei valori falsi, delle illusioni, dei miti e dei sogni.
All’inizio, tutto ci viene dato dagli altri. E la via per diventare noi stessi passa per una liberazione dell’appreso, dall’abituale e dal luogo comune.
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