In sostanza, la meditazione consiste
nell’applicare la consapevolezza alla coscienza stessa. Noi crediamo che la
consapevolezza sia uguale in tutti e in ogni momento, ma non è così. Esistono
vari livelli nelle diverse persone e anche in una stessa persona da un momento
all’altro. Meditare è purificare, allargare, intensificare e sviluppare la
propria consapevolezza.
Nell’essere umano, coscienza e
consapevolezza si sviluppano a poco a poco. Il bambino ne ha molto poca. All’inizio
non sa neppure di essere un individuo separato.
Nel successivo processo di sviluppo, la
coscienza e la consapevolezza vengono influenzate pesantemente dai genitori e
dagli altri educatori. In realtà il processo di crescita è innanzitutto un
processo di condizionamento. Sta poi al singolo farsi una propria educazione,
una propria personalità e un proprio senso dell’essere. Da una parte deve
liberarsi dalle credenze acquisite e dall’altra parte farsi idee proprie, basate
sull’esperienza.
Ma la meditazione è un processo sottile
cui si arriva con difficoltà. È il proprio senso di essere che deve essere
messo nel mirino. Da dove salta fuori e come è connotato?
In altre parole, bisogna capire come
nasce la coscienza e sviluppare la posizione del testimone. L’universo è
partecipativo e la realtà richiede sempre un osservatore che lo faccia
precipitare. Dunque sono la coscienza e la consapevolezza che ci fanno vivere
nel mondo in cui ci troviamo ed essere quel che siamo. E, se questo è vero,
attraverso la coscienza e la consapevolezza possiamo cambiare il nostro stesso
statuto e il panorama che ci circonda.
Oggi, questo viene fatto a livello
inconscio e faticosamente. Ma, con la meditazione, potrebbe essere sviluppato
intenzionalmente su linee a noi più favorevoli.
Buongiorno! Le potrei chiedere di definire "coscienza" e "consapevolezza". Il "testimone" è colui che è consapevole o è la coscienza stessa? Chi è, che, osservando, non si identifica più con le cose esterne o con i turbamenti interni e così fa vivere nel e dal "centro del nostro Essere, quel luogo silenzioso da cui si può contemplare ogni cosa serenamente" (descritto da Lei in un precedente post)? C'è consapevolezza anche lì? Grazie. Alexandra
RispondiEliminaLa coscienza appartiene in misura maggiore o minore a tutti gli esseri viventi che, in caso contrario, non potrebbero vivere. La consapevolezza è di chi è consapevole della coscienza stessa. Noi lo chiamiamo "il testimone" proprio perché non si identifica con ciò che osserva. E' come uno specchio che riflette tutto, ma resta se stesso. In tal senso è il tramite tra aldiqua e aldilà, tra mondo e trascendenza. Con questo dovremmo familiarizzarci.
EliminaGrazie!
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