In fondo, è evidente che questo mondo,
con tutti i suoi difetti, la sua violenza e la sua grossolanità, non può essere
stato creato da una Mente perfetta e spirituale – pensiamo per esempio ai
semplicistici meccanismi di riproduzione, che agiscono al momento opportuno
come droghe e che sono validi sia per gli animali sia per gli esseri umani.
Ricorrere a questi mezzucci per costringere gli esseri viventi a riprodursi
rivela un disegno primitivo e truffaldino, un piano per costringere addirittura con lo stordimento e l’inganno.
È la vita che progetta strumenti del
genere, una vita che non guarda in faccia nessuno ed è fine a stessa.
Stando così le cose, non credere a un Creatore
è un mezzo per salvare Dio, ma un Dio che è molto diverso dalle nostre fantasie
mitico-religiose – qualcosa di non pensabile e non rappresentabile, qualcosa
che mette fuori gioco tutte le religioni.
Un tempo si credeva agli dei, e oggi non
ci si crede più. Ma il nostro Dio, con tutte le persone divine di contorno, non
è tanto diverso dagli antichi dei: è solo una loro derivazione. Un prodotto
umano, troppo umano per essere credibile. E farà la stessa fine degli antichi
dei pagani. Morirà alla coscienza umana.
La mente può capire che cosa non è vero.
Ma non può dire che cosa sia vero. Si pone di fronte al proprio limite e dice: “Al
di là, oltre questo confine c’è una realtà che non mi è possibile capire…”.
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