sabato 26 settembre 2020

Come cani ammaestrati

 

La coscienza è sì la creatrice di questo mondo, dato che permette la visione e la comprensione secondo determinate categorie, ma è la creatrice di un mondo duale. E, finché c’è dualismo, c’è divisione, contrasto, lotta e dunque sofferenza. Quando invece ci ritiriamo dalla coscienza del mondo e applichiamo la coscienza a se stessa, otteniamo uno stato di consapevolezza pura che è privo di sofferenza.

Ora, fin da adesso potremmo fare questa esperienza, seppure in modo discontinuo e confuso. Ma, dato il nostro sistema di vita con i suoi molteplici impegni e con le sue distrazioni, è difficile per noi fare una meditazione prolungata e profonda.

Inoltre, ben poco dipende dalla nostra volontà: non siamo certo nati per una nostra decisione. E così moriremo, volenti o nolenti. La morte è già inscritta nel nostro DNA.

La vecchiaia dovrebbe essere il periodo della vita in cui dovremmo tirare le fila delle nostre esperienze e praticare di più la consapevolezza della vita e della morte. Ma una dissennata filosofia ci spinge ad apparire e a comportarci da giovani, come se il tempo non ci avesse completamente segnati e cambiati.

Così se ne va un’occasione preziosa e gli uomini vivono come cani ammaestrati, che fanno ciò che viene imposto loro dai tanti padroncini del mondo.

Meditazione è anche ribellione al modo di vivere che va per la maggiore, è essere anticonformisti nel senso migliore del termine.

Nessun commento:

Posta un commento