mercoledì 24 novembre 2021

La verità salutare

 

Nella storia delle religioni, piena di inviti alla fede e al fanatismo, c’è un’unica eccezione: il discorso del Buddha ai Kalama, gli abitanti di una cittadina del regno di Kosala, che gli avevano domandato a chi o a che cosa credere nella confusione dei messaggi e delle opinioni:

 

“Non lasciatevi guidare dai racconti orali, dalla tradizione, dal sentito dire, dall’autorità dei libri religiosi, dalla sola logica, dalle deduzioni, dall’apparente competenza di chi vi parla, dalla verosimiglianza, dal piacere per la speculazione, non lasciatevi guidare nemmeno dal pensiero: ‘Questo è il mio maestro’… Ma se constatate di persona che certe cose vi fanno male e conducono alla sofferenza, allora rinunciatevi. E se constatate di persona, con occhi bene aperti, che certe cose vi fanno bene, allora sì accettatele e mettetele in pratica.”

Insomma, dobbiamo sperimentare e riflettere da soli, lasciando perdere i religiosi, i filosofi e i presunti o sedicenti maestri. Il che significa che dobbiamo lasciar perdere anche le verità codificate del buddhismo.

Ciò che conta è verificare di persona se una cosa ci fa sentire tranquilli-sereni o agitati-angosciati. La “verità” (che non può essere affidata alle parole e neppure ai pensieri) deve far bene subito, deve darci la tranquillità. È l’effetto che conta.

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