Il Dio uno e
trino… capolavoro della cultura cattolica italiana – quella del trasformismo.
Un po’ di qua e un po’ di là, un po’ su e un po’ giù, un po’ a destra e un po’
a sinistra, un po’ angelo e un po’ demone, un po’ onesto e un po’ mascalzone…
Oppure il gioco delle tre carte: solleva una carta e dimmi dov’è Dio!
E poi il gioco
della famiglia divinizzata: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (che in
ebraico, ruah, è femminile). Cioè il Padre,
il Figlio e la Madre. Tipicamente italiano: anche Dio tiene famiglia…
Neanche tanto
originale, visto che anche nella religione egizia c’era lo stesso triade divina
di padre, madre e figlio.
Ma il vero limite
è la mancanza di trascendenza, fare del cielo un proiezione della struttura
umana. Qui siamo alla mediocrità, all’incapacità di immaginare qualcosa di non
terragno.
Nessun dubbio
sull’impossibilità della cultura cristiana di concepire un Dio trascendete.
D’altronde, l’incarnazione
di Dio, cioè la riduzione a misura umana, è ciò che la contraddistingue e che è
all’origine del suo successo.
Lasceremo ad altre
religioni il compito di capire che cosa sia la Realtà Ultima.
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