"Esiste o non
esiste Dio?"
"C’è o non c’è
Dio?"
Sono queste le
domande che masse ignoranti si pongono da millenni. Non sanno le poverette che
il vero Dio – non il pupazzetto che si adora sugli altari ma l’Assoluto – è ciò
che non ha bisogno né di esistere né di essere.
Infatti è
proprio ciò che è al di là dell’esistere e del non esistere, dell’essere e del
non essere. Non abbiamo il verbo giusto perché per noi, per il nostro linguaggio,
per la nostra mente, le cose o sono o non sono.
Pensiamoci un po’:
oltre all’essere e al non essere, che cosa “c’è”, che cosa “è” possibile?Non
riusciamo neanche a immaginarlo.
Tutto il
contrario della prova ontologica di sant’Anselmo, per la quale l’ente più
grande che si possa pensare (Dio) non può non avere l’attributo dell’esistenza.
Ignorava il meschino che l’attributo dell’esistere o dell’essere non sono gli
attributi più grandi, ma qualcosa già di decaduto. “C’è” qualcosa di più grande
e non pensabile, che non è mai nato e mai morirà.
Adesso, quanti
millenni ci vorranno perché le masse lo capiscano e smettano di attribuire all’Assoluto
la qualità dell’esistere?
La realtà
trascendente non può essere così piccola da ridursi a essere.
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