Quando si invita
ad aver fede in qualcosa è perché non c’è modo di esperirla. Questo vale per
esempio nel caso di un Dio esteriore, altro da noi.
Ma, se l’Assoluto
è in te, allora non c’è bisogno di nessuna fede. Devi esserlo e basta. Dimorare
nel Principio ultimo è esserlo.
Realizzare il Sé
non significa diventare o raggiungere qualcosa, ma scoprire in sé questa
dimensione. Lasciamo dunque da parte l’idea che Dio sia un personaggio
determinato, finito, in un tempo e in luogo preciso, alla maniera dei Cristo,
dei Krishna o dei Buddha divinizzati dagli uomini.
C’è chi è
limitato in un tempo, in un luogo, in una persona storica, in un ego, in un
corpo, ecc., e c’è chi è al di là di tutto questo. Ecco il Principio ultimo.
Nel Vangelo di
Giovanni, a Gesù viene fatto dire: “Prima che Abramo fosse, io sono”. Non si
riferiva ad una priorità della sua figura, ma a ciò che è eterno e che non è
qui o là o nel tempo o nello spazio, ma al fondamento ultimo di ogni cosa.
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