Quando scopriamo
che una persona cara è stata colpita da una grave malattia che, presumibilmente,
la porterà alla morte, veniamo presi da paura, disperazione, angoscia, rabbia.
Pensiamo a quanto ingiusto e implacabile sia il mondo e a quanto soffriremo. E
piangiamo forse più su noi stessi, che veniamo abbandonati, che sulla persona
cara.
Ma, a pensarci
bene, ci troviamo sempre in questa situazione, sia noi che gli altri. Infatti
siamo tutti affetti da una malattia mortale che si chiama vita.
Ci consoliamo
pensando che tutti dovremo morire, perché questa è la volontà divina. Ma come
può essere l’opera di un Dio trascendente questa mortalità? Come può dall’eterno
e dall’immortale nascere la morte?
No, c’è certamente
qualcosa che non va nella nostra idea di Dio.
Dio ci fa
nascere e poi ci fa morire? Ma cos’è, un crudele gioco di prestigio?
Se l’Assoluto, l’Origine,
è al di là tanto della vita quanto della morte, allora questo stupido gioco in
cui le cose prima appaiono e poi scompaiono è il prodotto di una mente che ha
perso di vista la realtà - o immagina o sogna.
Svegliamoci, e
usciamo dal sogno della vita-morte. Non è reale.
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