giovedì 11 marzo 2021

Immagini di Dio

 

Non basta dire che si crede o non si crede in Dio, bisogna vedere a quale immagine di Dio si crede o non si crede. Noi occidentali purtroppo abbiamo un’immagine di Dio tramandataci dalla Bibbia ebraica – francamente un’idea ridicola: quella di un Dio che parla come un uomo, che stringe alleanza con un popolo (e gli altri?), che dà ordini e comandamenti, che si arrabbia, che litiga, che interviene nelle guerre, che è geloso degli altri dei, che cambia idea, che comanda gli eserciti… insomma una specie di pupazzo ispirato all’immagine degli antichi despoti orientali e che pretende lo stesso tipo di fedeltà e ubbidienza.

Qualcosa del genere c’era già stata con gli dei greco-romani, tanto vari quanto cialtroni, anche loro capaci di scendere sulla terra e accoppiarsi con donne e uomini comuni dando origine a strani individui, mezzi divini e mezzi umani.

Queste immagini saranno poi riprese dal cristianesimo, con il suo Dio mezzo divino e mezzo umano, che nasce da una madre terrestre, che soffre, che viene crocifisso, che muore e che, naturalmente, risorge… per poi sparire di nuovo…

Dall’Oriente ci viene un’idea completamente diversa: non un personaggio, non una personalità, non un Creatore, non un Capo potente, arbitrario  e bizzoso che vuole premiare e punire coloro che lui stesso ha fatto, che vuole dirigere la storia (con esiti infausti), che ha un disegno per tutti e per tutto (addossandosi una pesante responsabilità) - ma uno stato dell’essere.

Uno stato dell’essere (anzi, al di là anche dell’essere e del non-essere) non dà ordini, non interviene a favore di qualcuno o contro qualcuno, non dà premi o castighi, non crea un mondo basato sul dualismo e sulla contesa e, soprattutto, non è un Dio separato che se ne sta in cielo o in qualche empireo ad aspettare e a giudicare i morti. Si può dire quello che non è, ma non quello che è. Neti neti è scritto nelle Upanishad: né questo né quello. Non si può nemmeno dire che esista, perché è al di là tanto dell’esistere quanto del non-esistere.

Siamo lontanissimi dagli Iddi greco-romani, biblici, cristiani, islamici, induisti o di qualunque altra religione. Abbiamo a che fare con un vera Trascendenza che non può essere pregata, ma solo ritrovata “dentro di noi” (in quanto nostra vera natura) quando rinunciamo a definirla e ci mettiamo in meditazione, ossia quando cerchiamo di percepirla al di là della mente pensante con la sua individualità e razionalità limitate.

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